I Valdesi discriminati e massacrati potevano facilmente mettere fine alle loro sofferenze: bastava abiurare.
Il 16 e il 17 febbraio i Valdesi festeggiano ogni anno l’anniversario della concessione dei diritti civili da parte del Re Carlo Alberto, anche con falò accesi nella sera. Prima di quella data non potevano frequentare le scuole pubbliche e tanto meno l’università, non potevano esercitare le professioni se non nei confronti di altri valdesi, non potevano acquistare terreni al di fuori del loro “ghetto” alpino, non potevano tenere manifestazioni pubbliche tanto che ai funerali erano ammesse solo tre persone, erano soggetti – oltre ai tributi che pagavano tutti – a una ulteriore tassa specifica per loro, nell’esercito non potevano andare oltre il livello di sottufficiale…
Rose e fiori rispetto al passato di persecuzioni volte allo sterminio fisico, ovviamente anche di donne e bambini, alle quali si alternavano periodi più tranquilli, ma pieni di discriminazioni e vessazioni più subdole.
Dal 1743 al 1806 fu attiva a Pinerolo la “Casa dei Catecumeni” dove venivano portati valdesi dai 14 anni se maschi o dai 12 se femmine che “spontaneamente”, spesso dopo un rapimento, decidevano di abbracciare il cattolicesimo.
Dunque, essere perseguitati, avere i figli rapiti, vedersi impedite cose del tutto normali come andare a scuola (pagando!), esercitare le professioni e così via “era una loro scelta”.
Ho sentito tante volte questo ragionamento da parte di sostenitori del “Super Green Pass” che, nei confronti di chi ha scelto di non vaccinarsi, ha misure simili rispetto a quelle in vigore in Piemonte prima del 17 febbraio 1848: divieto di lavorare in sanità, scuola, forze armate e forze di polizia, o comunque se hai più di 50 anni, divieto di prendere mezzi pubblici, di entrare in banca e alla posta, e nella maggior parte dei negozi, alberghi, piscine, ristoranti, multa e altro ancora. Ebbene, i sostenitori del lasciapassare sanitario dicono: “C’è una legge, devono rispettarla. E’ una loro scelta. Basterebbe una punturina e sarebbero a posto.”
Daniela Valdese ha spiegato bene perché per lei, come per tanti altri, non è “solo una punturina“. La sua dichiarazione è tutta da leggere. Ma ne riporto qui due frasi:
“Dio non mi permette di dare allo Stato, attraverso farmaci RNA, DNA, il diritto sul mio corpo, sulle mie cellule, sulla mia vita, perché Egli ne è il Creatore secondo il Suo disegno e progetto”;
“Non temo il Covid. Non temo la sofferenza. Non temo la morte. Temo Dio, mio Signore, che è un fuoco consumante su tutto ciò che a Lui non è gradito.”
Sì, è una loro scelta, di fronte a una legge sommamente ingiusta. Paolo Castellina ha spiegato in questo sito e su Tempo di Riforma che lo Stato non ha e non deve avere autorità assoluta. Il filosofo e poeta americano Henry David Thoreau, che si batté contro lo schiavismo (anche questo previsto dalla legge di allora), scrisse: “Deve forse il cittadino affidare sempre la propria coscienza al legislatore? A mio avviso, dovremmo essere prima di tutto uomini, poi cittadini. Non è auspicabile che l’uomo coltivi il rispetto della legge nella stessa misura di quello per ciò che è giusto”.
In questo caso, come può essere giusto imporre un trattamento sanitario i cui effetti secondari a medio e lungo termine sono del tutto sconosciuti, e quelli nel breve termine sono oggetto di ogni sorta di nascondimento e sottovalutazione, e che offre una protezione solo temporanea e del tutto parziale tanto che nell’ultimo mese (dati governativi) ci sono stati nel breve termine che ben 4071 morti di Covid tra le persone che hanno avuto due dosi, di cui 1331 ne avevano avute tre? Come si possono accettare le gravissime discriminazioni, più gravi di quelli che subivano i Valdesi 200 anni fa, per chi non si sottomette a quel trattamento, solo perché ridurrebbero il rischio di ricovero in ospedale?
Questa sera, davanti ai falò che celebrano la libertà, so che alcuni si porranno questo problema. Ma temo che fra di essi non ci sarà alcun pastore o membro della Tavola.
Alla fine, come sempre, dalla Bibbia ci viene la parola definitiva:
«Giudicate voi, se è giusto davanti a Dio ubbidire a voi, piuttosto che a Dio” (Atti 4:19)
Leonista
Una bella critica alla pratica dei falò la si può trovare qui: https://www.facebook.com/leonardoragazzi21/posts/290734376485967 Piromanie religiose!