La “Buona Pasqua” è quella della Bibbia

In una Pasqua dominata – nonostante l’epidemia – da uova, dolci, conigli, e imprudenti identificazioni di figure attuali con il Cristo, può essere utile un piccolo pro-memoria basato sulla verità biblica.

Il momento del trionfale ingresso in Gerusalemme fu previsto forse con la precisione addirittura di un giorno.

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Nella settimana della Pasqua, detta anche Settimana Santa, si compiono nei dettagli decine di profezie. Ecco alcuni esempi, ma l’elenco sarebbe molto più lungo, l’ingresso a Gerusalemme a dorso di un puledro d’asino (Zaccaria9:9). Il Messia tradito da chi condivide il pane con lui (Salmo 41:9) per trenta monete d’argento (Zaccaria 11: 12-13). Il Messia imprigionato, processato, che non parla davanti ai suoi accusatori, che muore per i peccati del popolo (Isaia 53:7-8), insultato e oggetto degli sputi (Isaia 50:6), sbeffeggiato da chi dice “perché Dio non lo salva?” (Salmo 22:7.8). Poi crocifisso con le mani e i piedi trapassati (Salmo 22:16), mentre i suoi vestiti sono tratti a sorte fra i suoi aguzzini (Salmo 22:18). Il messia sepolto nella tomba di un uomo ricco (Isaia 53:9). Risuscitato dal suo sepolcro (Salmo 16:10 e 30:3).

Il processo ebraico a Gesù fu illegale, in base alla legge ebraica, secondo la quale: l’accusato non può essere legato se non offre resistenza, non può essere picchiato, un processo non può essere condotto di notte, ovviamente non sono ammessi falsi testimonie per ogni fato addebitato occorrono almeno due testimoni, la condanna non può essere pronunciata il giorno stesso.

In Gesù si compie la promessa fatta ad Abramo: “in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12:3).

Il sacrificio di Gesù è anticipato e annunciato dal (mancato) sacrificio di Isacco (Genesi 22). Il padre che sacrifica il figlio, ma il figlio vivrà. È il figlio a portare il legno su cui deve essere sacrificato. Il luogo è lo stesso. Il figlio si sottopone volontariamente al sacrificio e non offre resistenza (Isacco non era un bambino). Abramo dice: “Dio provvederà lui stesso l’agnello” per il sacrificio.

Anche la vicenda di Giuseppe, figlio di Giacobbe, anticipa e annuncia molti aspetti del sacrificio di Gesù (Genesi 37 e 39-50). Giuseppe tradito da chi gli è vicino, accusato ingiustamente, alla fine però salva il suo popolo avverando le proprie profezie.     

La Pasqua di Risurrezione cristiana non sostituisce la Pasqua ebraica, ma la comprende e la completa. In altre parole: l’uscita degli Ebrei dall’Egitto è un momento e un pegno di libertà in sé, allo stesso tempo rende possibile l’esistenza del popolo d’Israele da cui il Messia deve nascere, e lo preannuncia con tanti segni. Ad esempio, l’agnello sacrificale il cui sangue salva il Popolo di Dio al tempo dell’esodo annuncia Gesù, che salva chi crede in lui, di nuovo versando il proprio sangue, e contemporaneamente è Gesù stesso il primogenito che muore. Gesù muore alla stessa ora dell’agnello della Pasqua ebraica.

Le ultime parole di Gesù sulla croce sono non sono di disperazione, ma indicano il compimento nella sua missione.

Allora, davvero BUONA PASQUA!

Leonista

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