LA FRASE CHE MEGLIO PUÒ DESCRIVERE LA FINE DI UNA CHIESA EVANGELICA: “LA BIBBIA NON È LA PAROLA DI DIO, NELLA BIBBIA SI TROVA LA PAROLA DI DIO. IL NOSTRO COMPITO È “SCAVARE” PER LIBERARLA DALLA STRATIFICAZIONE DELLA CULTURA”
(pronunciata dalla Pastora Daniela Di Carlo, Sinodo Valdese 2010)
Si legge che questa frase avrebbe anche ottenuto notevole consenso. In ogni caso chi l’ha pronunciata è pastora ed ha dunque l’incarico retribuito di diffondere, predicare insegnare quanto la Chiesa Valdese crede.
1) Intanto, queste parole si scontrano con gli articoli 2 e 3 della vigente Confessione di Fede, e soprattutto con il 4 che vale la pena leggere interamente: “riconosciamo la divinità di questi libri sacri, non solo dalla testimonianza della Chiesa, ma principalmente dall’eterna et indubitabile verità della dottrina contenuta in essi, dall’eccellenza, sublimità e maestà del tutto divina che vi si dimostra, e dall’operatione dello Spirito Santo che ci fa ricevere con riverenza… i raggi della celeste luce che risplendono nella Scrittura, e corregge il nostro gusto per discernere questo cibo con suo divino sapore”.
Altro che liberare dalle stratificazioni!
Allora, secondo la pastora Di Carlo nella Bibbia c’è parola di Dio, ma in certe parti no e il documento sull’omosessualità ce ne ha indicati, purtroppo solo implicitamente, un bel po’.