L’APOSTOLO PAOLO AVREBBE SUPERATO I NOSTRI CRITERI DI “ATTUALITÀ”?

Ce ne hanno dette di tutti i colori per aver citato Levitico 18 nel nostro appello al Sinodo. Siamo sempre in attesa che ci venga spiegato, con parole semplici perché le possiamo capire, se quel passo è superato anche dove proibisce l’adulterio e l’accoppiamento con gli animali, e come si fa, in generale, a distinguere nella Bibbia le parti superate da quelle eventualmente attuali.

Ma, nel frattempo, proponiamo a chi ci avversa un quesito certamente molto più facile: l’Apostolo Paolo era attuale almeno quando scriveva? In altre parole, se “come evangelici” (espressione generalmente usata nella nostra chiesa per introdurre una presa di posizione politica) trovandoci nell’estate dell’ anno 50 d. C. nella consueta assemblea in una fresca valle della Galazia del Nord, avremmo dovuto dare retta a Paolo, che portava l’Evangelo di Cristo su cui ci aveva scritto una lettera, o ai suoi principali avversari culturali, gli intellettuali ellenisti.
Ebbene, vedo un duello dove gli intellettuali ellenisti partono nettamente in vantaggio. Molto chic, molto rispettati nei cenacoli letterari, ti fanno conoscere gente ben introdotta, che quando parlano tutti esprimono ammirazione. Invece questo Paolo sembra settario e un po’ fanatico.
All’epoca, poi, la cosa più vicina alla Chiesa di Roma era la tradizione religiosa statale romana ed è innegabile che tra Paolo e gli ellenisti questi avrebbero scelto gli ellenisti. Ma non diamo a Paolo questo punto troppo facilmente perché gli ellenisti alle storielle di Giove Marte & C. non credevano neanche un po’ (Cicerone, già 70 anni prima della predicazione di Cristo, scriveva che in realtà ”non ci credevano più nemmeno le vecchiette”). Aveva finto di crederci sul serio quel musone di Augusto, il grande propugnatore della famiglia, ma aveva avuto devastanti scandali persino in casa, per cui di famiglia ora non si parlava più, ritenendola una istituzione ormai superata. E, con il metro di oggi, è un altro punto per gli intellettuali ellenisti o al massimo un pareggio.
Ma, oggi, abbiamo un criterio quasi aureo che proveremo ad usare anche qui. La posizione sui “diritti” gay, ovvero sull’accettazione culturale inclusiva, piena, dei gay.
Come erano le posizioni allora delle due fazioni in campo ? Ebbene, da Paolo, chiusura totale: “Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti,  né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (I Cor. 6,9-10) e “Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami… infatti gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami”(Romani 1,26-27). Mentre i suoi avversari fanno a gara ad esaltarli. Altro che parificazione! Per loro l’amore tra due uomini è un dono straordinario degli Dei, è vastamente incoraggiato nelle più importanti istituzioni, a cominciare da quelle culturali. In Platone, ancora molto in voga ai tempi di Paolo, è chiaramente giudicato superiore a quello volgare tra uomo e donna, Giulio Cesare aveva modi spicci, ma i suoi soldati lo definivano “marito di tutte le mogli” e anche “moglie di tutti i mariti”. Lo stesso uomo che aveva determinato l’esistenza della civiltà ellenistica, Alessandro, era un po’ bigotto, va be’, tanto che rese grandi onori persino al Sommo Sacerdote del tempio di Gerusalemme, ma non nascose mai il fortissimo legame con il suo bel compagno d’armi nell’esempio di quello mitico tra Achille e Patroclo. Insomma, qui tra Paolo e i suoi avversari non c’è nemmeno gara, “come evangelici” non possiamo che stare con gli intellettuali ellenisti: certe questioni, come i diritti civili, sono dirimenti. Tra l’altro, questo Paolo, passi che fosse Ebreo, non era colpa sua, ma tra gli ebrei c’erano i Sadducei, molto chic anche loro, aperti, gente con cui si può parlare. Paolo, che fa, il Sadduceo? No, si unisce ai più fanatici degli Ebrei, i cristiani che affermano, pensa un po’, che un certo predicatore finito nei guai giudiziari, era Figlio di Dio, peggio ancora: Dio. Si può parlare con certa gente? No, no signor Paolo, queste cose religiose potevano andare una volta, funzionarono persino a Atene e Roma, a Gerusalemme fino a qualche tempo fa, ma da noi…
(SIA CHIARO CHE QUESTO ARTICOLO E’ IRONICO. NOI SIAMO CON PAOLO, CHE TRA L’ALTRO ANNUNCIA CRISTO A TUTTI)

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