Per un pastore Valdese è “ineccepibile” che Gesù o credesse alle menzogne o “mostrava di credere” ad esse. Urge riflettere.

Come abbiamo già scritto, il pastore valdese Alessandro Esposito tiene un blog sulla rivista intellettuale MicroMega, del grande gruppo editoriale Espresso/Repubblica. Come in ogni blog, ci sono degli interventi di lettori che commentano gli scritti dell’autore, il quale, dialogante e garbato (purché non lo si contraddica), spesso risponde. Una certa Ivana, gli ha strappato questa entusiastica replica:

Che dire, cara Ivana? Come di consueto il suo intervento si dimostra esaustivo, puntuale, ineccepibile. Lei ha il dono di rendere perfettamente comprensibili questioni complesse, che sovente gli “addetti ai lavori” provvedono a complicare ulteriormente. La sua costante partecipazione a questo blog lo rende più interessante e fruibile, accrescendone sensibilmente la qualità dei contenuti, della riflessione e del dialogo. Non posso fare altro, dunque, che ringraziarla per l’ennesima volta.

Con profonda stima

Alessandro Esposito

Che cosa il pastore ha definito “esaustivo, puntuale, ineccepibile”? Invitiamo i lettori a leggere tutta la pagina su MicroMega, ma alcune espressioni val la pena sottolinearle:

Qualunque interpretazione letterale dogmatica di testi ritenuti sacri è puro fondamentalismo. Per quanto riguarda la bibbia (minuscolo dell’originale, NdR), è ormai tempo di superare la sudditanza nei suoi confronti. Il valore di «libro sacro» che questo testo ha per il Giudaismo e per il Cristianesimo, è stato di ostacolo, fino a tempi recenti, all’uso critico dei documenti.” A proposito della questione dell’autore del Pentateuco, la “ineccepibile” Ivana scrive: “Il fatto poi che Gesù nei vangeli citi Mosè, o che nell’episodio della “trasfigurazione” questi appaia agli apostoli insieme ad Elia non prova nulla circa l’esistenza del personaggio in questione. Evidentemente Gesù credeva, come i suoi correligionari, o mostrava di credere all’esistenza storica di Mosè. Che Gesù poi riferisca a sé il contenuto del versetto di Dt 18,15, è da attribuirsi a una sua tarda lettura in epoca giudaica e cristiana in senso messianico. Riguardo infine all’apparizione di Mosè in Mc 9 2-13, si tratta chiaramente di un artificio letterario adoperato dall’evangelista il quale doveva presumibilmente trovarsi alle prese con dei problemi della sua comunità che, pur avendo accettato il messaggio di Gesù, faceva difficoltà a rinunciare al patrimonio della Torah, della Legge, rappresentata appunto da Mosè.

Insomma, per un pastore valdese, non contraddetto finora da alcuno dei suoi colleghi (lo scritto di Esposito è del 26 novembre 2013), è ineccepibile ed esaustivo che: 

1) la Bibbia non è affidabile come fonte (un problema non da poco per chi afferma il principio della “Sola Scriptura”, come autorità dottrinale e di fede);

2) Mosè probabilmente non è esistito e certamente non ha scritto il Pentateuco;

3) nella migliore delle ipotesi Gesù “crede” a menzogne (quale sarebbe l’affermazione che Mosè ha scritto il Pentateuco), per cui, ben lontano da essere “vero Dio” come dice la Confessione di Fede Valdese, non è neppure un gran che come profeta; i musulmani ne hanno un’opinione assai migliore;

4) nella peggiore delle ipotesi (ma il solo fatto di proporla è ampiamente indicativo) “mostrava di credere” a una cosa che sapeva essere falsa, per cui era un ipocrita che trae in inganno i suoi seguaci, presumibilmente per non perderne scandalizzandoli, al pari di un demagogo da quattro soldi;

5) l’accenno negativo alla “tarda lettura messianica” ci dice che Ivana, e dunque il pastore Esposito che la ritiene “ineccepibile ed esaustiva”, non crede neppure che Gesù sia il Messia, che in italiano si dice alla greca “il Cristo”;

6) l’episodio della trasfigurazione è una invenzione dell’evangelista (sempre che sia esistito, si presume!) per imbrogliare gli Ebrei cui Gesù era piaciuto: avete paura che Gesù sia in contrasto con Mosè e i profeti? mi invento che Mosè e Elia sono apparsi insieme a Gesù, così veri che – pensate ! – Pietro voleva preparare loro una tenda, così li frego!

Sei punti su cui riflettere, e sui quali dovrebbero riflettere i colleghi del pastore Esposito e tutti coloro che li seguono.

 

2 commenti

  1. Io non capisco e non comprendo come c.d. «pastori» possano appoggiare tali menzogne e continuare a fare i pastori. Come possono la domenica mattina predicare nel nome di un personaggio per loro inventato!?
    Se per loro il Vangelo è solo una menzogna, allora perché non si dimettono e non si cercano un altro lavoro e lascino fare il pastore ad una persona consacrata che crede nella verità dell’Evangelo?
    Se ciò che dice la Bibbia per loro è falso, perché continuano a perdere tempo a studiarla e a predicarla? Facessero qualcos’altro, in cui credono!

    • Sono d’accordo con lei,Alessio. Evidentemente è il posto di lavoro che non vogliono perdere,avendo una dirigenza simile votata da loro stessi e che non li allontanerà mai. Tengono al loro posto di lavoro come diversi preti, sia cattolici romani che anche ortodossi ecumenici ora presenti anche in Italia, che hanno un preciso salario e fondo pensionistico con tanto di casa pastorale e spese varie pagate dall’Ente di Culto di appartenenza. Meglio di così? Dovrebbe, a questo punto, il popolo di Dio e cioè il membro di Chiesa ad uscirne fuori e lasciare solo il pastore o anche ora la pastora e denominazione, se la sua vita,la sua predicazione o quella dell’Ente di Culto non è conforme alla sacra Bibbia. Pace in Gesù Vivente, pastore Alberto Mazzeo Giannone.

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