L’immoralità del doppio standard

“Doppio peso e doppia misura sono entrambi in abominio all’Eterno”(Proverbi 20:10).

Una delle espressioni più comuni della perversione del diritto e della giustizia in questo mondo è quello che va sotto il nome di “doppio standard”. Doppio standard significa applicare la stessa regola in modo diverso in base alla situazione in cui ci si trova o ai fini che si intendono promuovere, l’applicazione di principi di giudizio diversi per situazioni simili, o nei confronti di persone diverse che si trovino nella stessa situazione. Significa applicare il classico “due pesi e due misure”.

Il “doppio standard” è l’antitesi del precetto dell’autonomia (assolutezza) della legge morale, perché, attingendo da situazioni concrete di interesse utilitario, nega la possibilita di una linea di condotta uguale dinanzi a situazioni uguali.

I doppi standard più diffusi interessano ad esempio le questioni di genere (ad esempio, se lo fanno i maschi sarebbe “giustificato”), ma sono comuni anche in altre sfere come quella politica, dove i conclamati principi (o “le regole”, spesso solo definite dalle forze dominanti, “le nostre regole” di potenza dominante) vengono relativizzati e l’azione decisa sulla base delle convenienze del momento, delle opportunità, del cosiddetto pragnatismo. I doppi standard portano a dire: “Se lo faccio io va bene, ho ‘un buon motivo’, ma se lo fai tu è sempre sbagliato”.

Tipica è, per esempio, l’ipocrisia politica, economica e militare degli USA, dei suoi servitori come la Gran Bretagna e la UE, e della NATO, suo braccio armato. Quel che fanno viene infatti spesso giustificato (anche le peggiori atrocità – vedasi quel che avevano fatto in Iraq, nella ex-Jugoslavia o in Libia) come la presunta difesa della libertà, dei diritti umani e della democrazia, come se la “civiltà occidentale” fosse l’unica valida, la migliore, quella “dai principi universali” da imporre quindi a tutto il mondo, mentre le altre civiltà e tradizioni non sarebbero da rispettare, ma solo da distruggere, magari secondo il principio parallelo de “il fine giustifica i mezzi”. Ecco così, quindi, che si dice: “Se lo faccio io è giusto, se lo fai tu è sbagliato, perché io sono giustificato da ‘motivazioni superiori'”. Com’è ovvio (ma non a tutti) si tratta di fatto solo di un paravento per imporre il proprio potere egemonico.

A tutto questo oggi rende indubbiamente “un buon servizio” l’ideologia che oggi va per la maggiore, cioè quella di forze politiche cosiddette di sinistra che sostiene il “politicamente corretto” o “il gender”, o la loro pretesa di difendere “i diritti degli oppressi” a anche l’ambientalismo. Per esse è tipico l’evidenziare come “per principio” esse difendano “buone cause” (e se ne vantino pubblicamente, il “virtue signalling”). Esse si considerano “progressiste” rispetto a quelle che vengono considerate negativamente forze conservatrici e “reazionarie”, tanto che tutto quello che promuovono sarebbe sempre finalizzato al “progresso” (secondo la loro definizione e presupposti) e quindi tutto ciò che va verso quel fine sarebbe accettabile – anche la menzogna, l’inganno, la repressione e la violenza, perché funzionale al loro fine ultimo.

E’ così che quanto fanno coloro che considerano avversari (se lo fanno, perché spesso si tratta pure di invenzioni e messe in scena dei primi) è regolarmente cosa da riprovare e suscita “indignate condanne”. Tipico è ciò di cui ipocritamente viene accusata “la Russia” o “Putin”.

Di pari passo va la rappresentazione (della propaganza menzognera) del mito “noi siamo i buoni” e loro sempre “i cattivi”, come nelle produzioni holliwoodiane – e si trova sempre chi ci crede.

Il doppio standard, dovunque venga applicato, però, è“in abominio all’Eterno”.La Legge morale che Dio ha stabilito (sia rivelata che radicata nella coscienza delle creature umane – dalle quali viene distorta) è un dato oggettivo, assoluto, e il popolo di Dio viene ripetutamente esortato a respingere con orrore la sua perversione. Tipicamente essa può così prendere l’aspetto di “doppio standard”, ipocrisia e relativismo funzionale ad interessi di parte. Trasgredirla, però, comporta inevitabilmente conseguenze. La giustizia di Dio, infatti, non viene mai meno, anche se qualcuno crede di poterla aggirare o prevenire.

“Avrete una stessa legge tanto per il forestiero quanto per il nativo del paese; poiché io sono l’Eterno, il vostro Dio”(Levitico 24:22).“Non avrai nel tuo sacco due pesi, uno grande e uno piccolo. Non avrai in casa due misure, una grande e una piccola. Terrai pesi esatti e giusti, terrai misure esatte e giuste, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà”(Deuteronomio 25:13-15).“Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali; darete ascolto al piccolo come al grande; non temerete nessun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio”(Deuteronomio 1:17).

Il popolo di Dio (antico e moderno) è chiamato da Dio a testimoniare fedeltà alla Sua legge e giustizia, e quando disattende a questo suo dovere il giudizio di Dio su di esso è pure senza remissione, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento:“Ascoltate, vi prego, o capi della casa di Giacobbe, e voi governanti della casa d’Israele, che disprezzate ciò che è giusto e pervertite tutto ciò che è retto, che costruite Sion con il sangue e Gerusalemme con l’iniquità!”(Michea 3:9-10).“Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio e, se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono all’Evangelo di Dio?”(1 Pietro 4:17).

Il presupposto è che la Legge di Dio non solo è oggettiva ma è radicata nel Suo carattere e prassi:“Poiché davanti a Dio non c’è parzialità”(Romani 2:11).

Il doppio standard nelle Sacre Scritture viene pure identificato come “parzialità” avere “riguardi personali”, come in:“Fratelli miei, la vostra fede nel nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria, sia immune da riguardi personali. Perché, se nella vostra assemblea entra un uomo con l’anello d’oro, vestito splendidamente, e vi entra pure un povero con vesti sudicie, voi avete riguardo a quello che veste splendidamente e gli dite: “Tu, siedi qui in un posto onorevole” e al povero dite: “Tu, stattene là in piedi o siedi in terra accanto al mio sgabello”, non fate in voi stessi una discriminazione e non diventate giudici dai pensieri malvagi?”(Giacomo 2:1-4).

Esempi di doppi parametri di giudizio nella religione sono evidenti nel manicheismo e nel marcionismo, in cui esisteva una duplicità di standard nel giudizio morale basata sulla funzione: un sistema di giudizio rigoroso, dettagliato, e inflessibile, spesso ipocrita, riguardava per esempio, i religiosi, uno più tollerante era applicabile ai “semplici credenti laici”. Si tratta, in questo caso, di una disparità di trattamento basata sul ruolo assolto dalle persone.

Il doppio standard è condannato anche nella storia attraverso, per esempio, l’espressione latina:Quod licet Iovi, non licet bovi(“Quello che è concesso a Giove, non è concesso al bove”) è una frase che, letteralmente, esprime una diffusa doppia morale, secondo cui agli dèi, o ai loro protetti, sono permesse tante cose che non lo sono agli uomini. È un proverbio latino che può avere un doppio taglio: al bue, all’uomo senza qualità, sono permesse cose, comportamenti, azioni non permesse all’uomo di qualità, se non vuole perdere le caratteristiche che lo distinguono dalla massa.

Lo Scrittore George Orwell nel romanzo “1984” ha pure denunciato i doppi standard con i termini “Bispensiero” o “bipensiero” (in inglese doublethink), un termine in neolingua, ovvero la lingua immaginaria utilizzata dai membri del partito del Grande Fratello che indica il meccanismo mentale che consente di ritenere vero un qualunque concetto e il suo opposto a seconda della volontà del Partito, dimenticando nel medesimo istante, aspetto questo fondamentale, il cambio di opinione e perfino l’atto stesso del dimenticare. Per comprendere a fondo il concetto di bispensiero nel contesto e nell’accezione orwelliana, un ottimo esempio è rappresentato dalle dinamiche che stanno alla base della guerra perenne tra gli stati. L’Oceania, all’inizio del racconto, è in guerra contro l’Eurasia ed alleata con l’Estasia: così è scritto su tutti i libri di storia, i giornali, i manifesti propagandistici affissi ai muri e dichiarato da tutti i dispacci diramati attraverso i teleschermi, mediante i quali vengono confermate continue conquiste sul fronte eurasiatico. Ogni mese, alcuni prigionieri eurasiani vengono giustiziati in piazza. Tutti “devono sapere” e “ricordano perfettamente” che “la situazione è questa e che lo è sempre stata”. Se il nemico era quello, e il nemico rappresentava il male assoluto, non si poteva mai essere stati alleati con esso. Eppure Winston Smith, il protagonista, ricordava che appena quattro anni prima la situazione era l’esatto opposto: il suo Paese era stato in guerra con l’Estasia e alleato con l’Eurasia; e ciò che lo spaventava enormemente era che lui sembrava essere l’unico a ricordare quella nozione.

L’attualità dell’opera di George Orwell è stupefacente se si considera quello che sta accadendo oggi a livello internazionale. Quali altri aspetti di “doppio standard” si potrebbero ancora menzionare e sono menzionati pure nell’insegnamento delle Sacre Scritture? Il dibattito è aperto.

Note

1. Nei limiti di questo articolo vorrei farne solo considerazioni generali che saranno comunque da approfondire.

2 Dietro questo proverbio c’è l’immagine del mercante disonesto che ha diverse serie di pesi e misure che vengono utilizzate per imbrogliare i clienti. Il Signore odia la disonestà nelle transazioni commerciali.

Vedasi la raccolta di etica del nostro sito: https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Etica

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