LETTERA NON PUBBLICATA DA RIFORMA “PERCHÉ CONTIENE ATTACCHI PERSONALI”

QUESTO E’ UN ARTICOLO DI DIVERSI ANNI FA – MA NON E’ MALE RICORDARSELO

LETTERA SULLE DICHIARAZIONI TELEVISIVE DELLA PASTORA TOMASSONE NON PUBBLICATA DA RIFORMA “PERCHÉ CONTIENE ATTACCHI PERSONALI” E HA UN “LIVELLO SCANDALISTICO”

Giudichino i lettori se ci sono attacchi personali o se il livello della lettera è scandalistico e se contiene attacchi personali o un fedele resoconto di quanto contenuto nella trasmissione televisiva Magazine sul 2 del 27 e 28 marzo 2010, vista da centinaia di migliaia di telespettatori (ma di cui Riforma non ha mai detto nulla). 

(1° puntata)

Mi è stato recentemente segnalato un video in Internet (La Chiesa Valdese e l’omosessualità) tratto dalla trasmissione Magazine, Rai Due, 27 e 28 marzo 2010.

Illustrate le posizioni cattoliche, il giornalista afferma: “Altre chiese cristiane, protestanti, valdesi, vetero-cattolici e anglicani ammettono invece al ministero come pastori, o al matrimonio, uomini e donne senza fare distinzioni di orientamento sessuale.” Compare la pastora Letizia Tomassone, che testualmente dice: “Questo in realtà nella mia vita è stato ed è una grande ricchezza, cioè la possibilità di sperimentare relazioni molto significative, anche relazioni di lungo termine, con donne e con uomini (la pastora Annie Zell, inquadrata, annuisce compiaciuta), mentre il cristianesimo classico tradizionale in tutte le sue forme tende a far sentire in colpa se non sei adeguatamente eterosessuale. Quindi io, più che un problema, lo vedo come la scoperta della possibilità, della gioia di diventare interamente ciò che si è, e di riconoscere che in questo c’è anche un dono di Dio”.

La vita privata della signora Tomassone sarebbe un fatto totalmente personale. Anzi, a scanso di equivoci, facciamo conto che parlasse di un altro membro di chiesa. Ma lei approva quello stile di vita “in quanto valdese” e ritiene quelle esperienze “un dono di Dio”. E non è un membro di chiesa qualsiasi, ma pastora, vice presidente della Fcei, “nominata” dal Sinodo 2010 “professore incaricato di Teologia pastorale ed esercizio dei ministeri nella chiesa, con particolare enfasi sulla problematica di generi e ministeri e prassi pastorale e tematiche di genere” (cito il comunicato ufficiale).

Ultimamente il pastore Paolo Ricca, già professore di teologia, ha scritto: “l’omosessualità non è una scelta, ma è una condizione”. E un altro pastore, Aldo Comba, ha confermato: “omosessuali si nasce, così come si nasce neri o amerindi, mancini o rom e, guarda caso, anche donne”.

Adesso sembra che anche avere relazioni, ora con donne ora con uomini, “non è una scelta, ma una condizione”. E che, oltre a “mancini o rom” si può anche nascere così. Una condizione difficile, perché se non andare anche con uomini è negare la propria natura, che si deve fare quando si ha una relazione con una donna, o viceversa? Si sa già che è cosa temporanea, oppure si hanno relazioni con entrambi i sessi contemporaneamente ?

Insomma, fin dove si spinge questo dogma del comportamento determinato dalla natura: si può anche nascere idolatri, o bestemmiatori, o ladri, o adulteri, o bugiardi, o invidiosi ? So che non è la stessa cosa, ma da chi insegna o ha insegnato ai futuri pastori e ai catecumeni vorrei sapere dove sta la differenza logica o scientifica.

C’è una frase del pastore Comba, pubblicata su Riforma (24 dicembre 2010, p 10) e non smentita da nessuno, che risolverebbe tutto: “Nel sottoscrivere la confessione di fede Valdese del 1655 i pastori valdesi si impegnano a esercitare il loro ministero nella linea della tradizione teologica riformata, ma non ad aderire ad ogni singola formulazione del documento.”

Se persino ciò che si sottoscrive nell’occasione più solenne della vita, è interpretato come un impegno talmente generico da poter essere apertamente violato, almeno per qualche “singola formulazione” (sarebbe interessante sapere se se ne prende sul serio qualcuna e quale, visto che la divinità della Scrittura sta negli articoli 2, 3 e 4 della Confessione, e che gli altri 30 dipendono dalla Scrittura stessa), non c’è ragione perché ciò che si dice nelle altre occasioni venga preso sul serio. Anche Matteo 5,37 (“il vostro parlare sia: Sì, sì, no, no”) è ormai ritenuta una “stratificazione della cultura” da cui liberare la Bibbia, come detto da un’altra pastora nell’ultimo Sinodo ?

Lucio Malan

2 commenti

    • Non possiamo seguire Dio e mammona.
      Se vogliamo piacere al mondo non piacciamo a Dio.
      Poi ci sono coloro che fanno della chiesa il mezzo per i successo e di conseguenza cavalcano le mode del momento.
      Chi come me segue la Parola di Dio per la salvezza rimane esterrefatto di come i capi di una chiesa che si definisce cristiana rinneghi la Parola di Dio.
      Cari fratelli che siete rimasti nella fede biblica tenete duro perchè Gesù è alle porte e sarà LUI a fare quello che non non possiamo.

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