LA PASTORA ZELL È STANCA E INSOFFERENTE PER LE “CHIACCHIERE IN RETE”…

Spulciando qui e là nel numero 45 di Riforma, sembra che la riflessione della pastora Anne Zell in terza pagina su “Le parole, la Parola” si riferisca alla sua crescente impazienza (“sono sempre più stanca ed insofferente”) per il dissenso nella chiesa valdese (?) “anche in rete“. A che cosa si riferisce?

Sembra che faccia esattamente ciò di cui accusa gli altri, cioè usare il “detto e non detto”, criticando “le “parole pesanti” che a suo dire sarebbero “inutili” ed ingiuste. Di che cosa parli lo lascia infatti nell’ambiguità, definendolo “i primi anelli della catena della malvagità”. Lancia il sasso e tipicamente “nasconde la mano”, pronta a negare di averlo tirato…

Un appello dunque alla “chiarezza” che è la prima a non fare. Naturalmente “non parla di noi” e si guarda bene dal farlo “per non farci pubblicità”. Non una parola di autocritica e il solito appello al “dialogo” che non avverrà mai. Stile “a buon intenditor poche parole”.

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