(segue dalla prima parte)
David Mondon e Paul Pellenc resistevano invece valorosamente con il gruppo degli Ottanta, ovvero gli “Invincibili”, nel vallone di Subiasco (oggi chiamato anche Vallone degli Invincibili) e a Barma d’Aut, sopra Bobbio. Un giorno, in una località vicina chiamata Giausarant, Anne Pontet, la moglie di David, è con alcune donne e qualche ragazzo a raccogliere erbe e pascolare tre vacche, ultima ricchezza loro rimasta. Una sentinella dà l’allarme: soldati nemici in arrivo! Il gruppetto fugge verso la Guglia, ma dove la salita si fa più ripida una vacca, spaventata dalle grida della soldataglia e dalla concitazione della sua padrona, scivola e cade proprio sul grosso dei nemici. Alcuni sono schiacciati, altri spinti giù per il dirupo. Le donne e i ragazzi prendono allora coraggio e fanno rotolare dei massi, che lì si trovano in abbondanza, mettendo in fuga gli uomini. Tre giorni dopo Anne e un’altra coraggiosa scesero nel luogo dov’era precipitata la vacca armate di asce. Presero quanto poteva servire dai corpi dei soldati morti e soprattutto dei preziosi gran pezzi carne dall’animale. Giorni dopo, David Mondon riuscì di nuovo a mettere in salvo la famiglia da un gruppo di circa duecento soldati che si erano avventurati verso il loro rifugio poco sotto i 2451 metri del Colle Giulian, uccidendo il loro capo con un colpo preciso della sua carabina, benché avesse in braccio la figlioletta Susanne, di un anno.
La strenua resistenza degli Invincibili li portò a conquistare il diritto ad andare in esilio liberi e armati e perfino a ottenere la liberazione di alcuni loro familiari. Partirono intorno al 15 novembre 1686 e il successivo 2 dicembre giunsero a Ginevra, dove già si trovava Giosuè Gianavello, l’eroe del 1655, esempio di fede e virtù militari per tutti i combattenti valdesi. Probabilmente sapevano della possibilità che i prigionieri nelle fortezze dei Savoia ancora vivi vi fossero esiliati e compresero che da lì poteva rinascere la speranza di un ritorno del loro popolo. Il 3 gennaio 1687 il Duca Vittorio Amedeo emanò un editto che, oltre a concedere la libertà ai valdesi prigionieri a condizione che andassero in esilio, condannava invece coloro che non si erano arresi e metteva una taglia sui loro capi che non si erano arresi: chi avesse portato alla cattura di David Mondon avrebbe ricevuto 300 doppie, equivalenti grosso modo a un milione di euro di oggi, mentre per Paul Pellenc la cifra era addirittura di 500 doppie.
(continua)

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