“Diventare paladini delle “vittime” di turno: è tutto qui il cristianesimo”

Il pastore Paolo Castellina pubblica su www.tempodiriforma.it* questo interessante articolo, molto attuale rispetto alla Chiesa Valdese istituzionale, sempre al primo posto in questa ricerca – molto selettiva peraltro – delle vittime. La scorsa settimana, la metà del settimanale Riforma era dedicata all’uccisione, illegale e riprovevole, di George Floyd da parte di un poliziotto di Minneapolis non certo per ordine del governo, mentre nulla viene detto sulle centinaia di arresti e brutalità della polizia a Hong Kong.

Può sembrare molto lodevole e cristiano per le chiese liberal (valdesi e affini) schierarsi in difesa di quelle che si percepiscono essere le “vittime” sempre nuove della società, i loro diritti che appaiono violati, promuovere la causa della “giustizia sociale” e essere “contro le discriminazioni”. Tutto questo diventa di fatto l’unica “azione” della chiesa e spesso solo questo viene identificato come Evangelo. Tutto il resto del messaggio biblico nella migliore delle ipotesi diventa un “contorno” culturale da assoggettarsi a quell’interesse principale. Ne consegue un cristianesimo detto “attuale”, “aggiornato”, “riveduto e corretto” rispetto a quella che per secoli è stata l’ortodossia cristiana.

Di fatto, quest’approccio – condiviso in larga misura dai “progressisti” della sinistra politica, vale a dire (secondo i tipici slogan) “stare dalla parte di”, “stare dalla parte degli ultimi”, cercare “la vittima” – corrisponde ad una precisa ideologia che ben poco ha a che fare (anche se può in qualche modo somigliarvi) con la concezione biblica del mondo e della vita. PER LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO CLICCA QUI

*Fin dal 1995, per il materiale biblico-teologico sul web, il past. Paolo E. Castellina aveva ideato questo slogan “Tempo di Riforma”, non solo per collegarsii ai principi intramontabili della Riforma protestante calvinista, ma ispirato dal versetto biblico della Lettera agli Ebrei (secondo la versione NR, Riv. e Diodati) che dice: “…perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma” [“valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate” (CEI)], (Ebrei 9:10). L’antico culto ebraico era stato non rinnegato ma riformato dall’insegnamento del Nuovo Testamento. Quante “regole carnali” si sono (e sono state) imposte nel corso della storia delle chiese e che non sono conformi all’insegnamento del NT (che è Parola normativa di Dio)! Dobbiamo liberarcene: per questo è sempre Tempo di Riforma! A questo riguardo è significativo il motto risalente al XVI secolo impresso sui frontali o all’interno delle Chiese riformate della Svizzera italiana, che dice (vedi foto): “ Chiesa cristiana vangelica riformata dagli errori e dalle superstizioni umane ” con l’aggiunta dei nomi dei Riformatori italiani come Pietro Paolo Vergerio (da Capodistria) e Girolamo Zanchi (da Bergamo). I principi biblici da essi riscoperti (insieme ai Riformatori meglio conosciuti come Giovanni Calvino sono davvero intramontabili e fondanti per la nostra fede. Li ignoreremmo solo a nostro danno. Tanti oggi, infatti, hanno “passato una mano di vernice” su quell’antico motto, credendo di “aggiornarsi”. In realtà non hanno progredito, ma regredito, rispetto al pensiero biblico dei Riformatori del XVI. Il degrado è possibile evitarlo resistendo criticamente alla modernità e riscoprendo e vivendo oggi i principi biblici da essi riscoperti e contenuti nelle Confessioni di fede e nei Catechismi della Riforma. 

 

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