A scanso di equivoci…

L’iniziativa del movimento Sentieri Antichi Valdesi sta suscitando interesse e speranze da parte di molte persone, non soltanto in ambito valdese ma anche di ambienti diversi. Questo ce ne rallegra molto.

Nonostante, però, i suoi promotori abbiano sin dall’inizio precisato chiaramente quale intenda essere il carattere di questa iniziativa e i suoi principi guida, si incontrano di tanto in tanto persone che vorrebbero farne parte ma che, forse “distratte” o con “poco tempo” per leggerne bene lo Statuto, hanno le proprie idee su ciò che la S. A. V. è o dovrebbe essere e vorrebbero portarla “altrove” rispetto alle sue intenzioni originarie – alterandone il carattere. Magari anche lo Statuto l’hanno letto, non è di loro gradimento, e si propongono così di farlo cambiare. Certo, lo Statuto della S.A.V. non è come “la legge dei Medi e dei Persiani che è irrevocabile” (Daniele 6:12). Esso può essere senz’altro sottoposto ad aggiustamenti e perfezionamenti, ma non fino ad annacquarne le intenzioni o stravolgerne il carattere inteso.

Quale vuol essere il carattere della S. A. V. secondo le intenzioni dei suoi promotori? Lo ribadiamo qui con altre parole rispetto allo Statuto alla cui rilettura sempre rimandiamo.

Fin dall’inizio, nella “visione” degli ispiratori del sito web www.valdesi.eu, la finalità ultima del nostro movimento era e rimane quella di vivere e promuovere fedeltà al Dio vero e vivente che si rivela nelle Sacre Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento. Questo  vuol dire, per noi, fedeltà ai princìpi ispiratori del movimento valdese e riformato che trovano nelle sue storiche Confessioni di fede i suoi principi ispiratori inalterabili. Queste Confessioni di fede riflettono inequivocabilmente la scuola di pensiero che va sotto il nome Calvinismo , viva e vegeta a tutt’oggi nel mondo intero. Se siamo “tradizionalisti”, è quella la tradizione che vogliamo onorare e promuovere; se siamo “conservatori”, è quello che vogliamo conservare come un prezioso retaggio da non dissipare ma da investire. La nostra “protesta” assume per noi quel punto di riferimento soltanto, e quanto non ne è coerente lo respingiamo. Tutto questo lo prendiamo per scontato e traspare chiaramente da tutto ciò che pubblichiamo.

ll nostro movimento attrae l’interesse non solo di molti che valorizzano quanto ora riaffermato, ma anche di evangelici conservatori di differenti scuole di pensiero e persino da diversi cattolici-romani. Con tutti questi certamente abbiamo molto in comune, e spesso i temi della nostra “protesta” coincidono con i loro, ma non vogliamo né abbandonare né relativizzare il nostro “specifico” . Un generico ” conservatorismo” o “tradizionalismo” non è ciò che caratterizza il nostro movimento, e non lo stiamo costruendo su quelle basi come se esso potesse indistintamente raccogliere cristiani conservatori di ogni tipo. La nostra base “identitaria” sono le Confessioni di fede della Riforma classica, di cui quella valdese è sorella, e che trovano nei principi del Calvinismo il loro carattere imprescindibile di fondo. Questo deve essere chiaro e inequivocabile a tutti coloro che sono interessati al nostro movimento.

Che piaccia o non piaccia a qualcuno – con tutto il rispetto verso altre scuole di pensiero, e senza escludere che possiamo collaborarvi ogni qual volta sia necessario – noi non siamo né vogliamo diventare “pentecostali”, “fratelli”, “battisti”, “metodisti” e chi più ne ha più ne metta; ma siamo “riformati“, campo nel cui ambito si pone storicamente in Italia la Chiesa valdese.

La S. A. V. in questo pure si differenzia dalla defunta T. E. V. – di cui non vuole necessariamente essere solo la rinascita. Per quanto importanti pure crediamo che siano il Risveglio o il Pietismo, non ci poniamo in quella linea, ma in quella della coerenza con le Confessioni di fede della Riforma. Come non vogliamo rinnegare il cognome che portiamo, così quella è l’identità e carattere non accessorio che vogliamo dare all’iniziativa del nostro movimento ed essa ìntendiamo prendere seriamente come espressione della nostra fede cristiana. Poco importa che questo possa sembrare per alcuni “restrittivo”: così è, se vi pare. Da quello non vogliamo né possiamo in coscienza prescindere.

Sicuramente vi è spazio per altri movimenti e iniziative, ma questo è ciò che noi intendiamo ora essere e promuovere, senza i tanti “sì”, “ma”, “però” e “forse” che affliggono oggi chiese e movimenti. Fedeltà, in tempo di relativismo e di universale spirito critico non è un concetto popolare. Anche in questo vogliamo essere controcorrente!

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*