Culto Sentieri Antichi Valdesi – Essere nella stessa squadra dei campioni della fede

Si è tenuto il culto di agosto di Sentieri Antichi Valdesi presso l ex scuola rurale valdese Emilio Talmon di Vilar Pellice. Ha presieduto il culto il pastore Paolo Castellina, predicando su due passi molto toccanti:

Geremia 2: “Così dice l’Eterno: «Che cosa hanno trovato di ingiusto in me i vostri padri, per allontanarsi da me, andare dietro alla vanità e diventare essi stessi vanità? … I sacerdoti non hanno detto: “Dov’è l’Eterno?”, quelli che si occupano della legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetizzato per Baal e hanno seguito cose che non giovano a nulla… Ha mai una nazione cambiato i suoi dèi, anche se non sono dèi? Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria per ciò che non giova a nulla. Stupitevi, o cieli, di questo; inorridite e siate grandemente desolati», dice l’Eterno. «Poiché il mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente di acqua viva.”
Ebrei 13: Continuate nell’amore fraterno. Non dimenticate l’ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli. Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni e di quelli che sono maltrattati, sapendo che anche voi siete nel corpo. Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri. Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così possiamo dire con fiducia: «Il Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mi potrà fare l’uomo?». Ricordatevi dei vostri conduttori, che vi hanno annunziato la parola di Dio e, considerando il risultato della loro condotta, imitate la loro fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non lasciatevi trasportare qua e là da varie e strane dottrine, perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia e non da cibi, da cui non ebbero alcun giovamento quelli che ne fecero uso.”
Il pastore non l’ha mai detto, ma certo questi passi sono suonati assai attuali ai presenti. Prendendo lo spunto dai recenti Giochi Olimpici la predicazione ha prospettato il paragone della vita cristiana all’impegno sportivo. Occorre innanzitutto non limitarsi ad essere spettatori, ma prendere parte alle gare e prepararsi con serietà e costanza ad esse. Noi siamo insufficienti al compito, ma Dio ci dà gli strumenti necessari e ci sostiene nel cimento. E noi siamo chiamati all’onore di vestire la stessa maglia, di entrare nella stessa squadra dei grandi della fede, dei maggiori campioni del cristianesimo. Noi non ne siamo all’altezza, ma è Cristo che ci chiama in quella squadra.
Queste parole, nella Val Pellice, non possono che richiamare alla memoria i secoli di straordinario esempio di fede degli antichi valdesi, che non sono venuti meno alla loro fede di fronte alle persecuzioni, i rapimenti di bambini, le vessazioni, le discriminazioni.
Poi, più che le armi e le leggi, hanno potuto le lusinghe delle ideologie…

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