Tre domande sulla visita del Papa al Tempio Valdese di Torino

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La garbata e prudente intervista del Moderatore Eugenio Bernardini su Riforma sulla visita di Papa Francesco al Tempio Valdese di Torino, ci spinge a un paio di riflessioni.

Il Moderatore riferisce che “l’invito è partito dalla Chiesa valdese, raccogliendo vari segnali che sono venuti da papa Francesco in questi due anni”. Sarebbe interessante capire chi ha fatto questa valutazione. Invitare il Papa non è cosa da poco. Non sarebbe stato logico interpellare il Sinodo?

Bernardini indica poi tra le buone cose fatte insieme alla Chiesa Cattolica “il documento sulla pastorale per i matrimoni tra cattolici e valdesi e metodisti”. Pensa di poterlo integrare con i matrimoni per le coppie dello stesso sesso?

Il Moderatore, infine, menziona più volte l’importanza della visita e lodevolmente ne indica le prospettive nella “missione cristiana in questo paese, che ne ha grande bisogno”. La domanda, che pensiamo si ponga anche a lui, è: che tipo di missione cristiana? Quella di “andare a trovare la Madonna”, nel senso di andare a vedere la sua statua (come disse Jorge Bergoglio la sera della sua elezione), o quella delle benedizione delle coppie dello stesso sesso, “bibliche al cento per cento” secondo la moderatora precedente. Quella dell’intercessione della Vergine Maria chiesta da Papa Bergoglio sul Sinodo, quella della “Bibbia da liberare dalle incrostazioni” come dicono i colleghi di Bernardini o per caso quella della Scrittura “divina e canonica, regola della nostra fede e vita”, della Confessione di Fede del 1655? È la cosa più importante, e temiamo che il 22 giugno non ci saranno chiarimenti in proposito.

La domanda vera è: questa visita farà avanzare l’Evangelo di Gesù Cristo? Quel che è certo è che dobbiamo pregare perché la causa di Cristo vada avanti comunque. E se Lui vuole anche la visita del primo papa gesuita, potrà esserne in qualche modo lo strumento.

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