LETTERA AI PASTORI: PERCHÉ CI AVETE CONDANNATO ?

Poiché, dopo lo scorso invio di questa lettera, il settimanale Riforma ha pubblicato l’ordine del giorno contro valdesi.eu, inviamo la versione aggiornata della nostra precedente lettera, approfittandone per piccolissime correzioni.

Gentile Pastore,

venerdì 26 agosto, a lavori ordinari terminati, dopo che erano stati fatti i ringraziamenti e giàIl_Tempio_di_Torre_Pellice_dove_si_svolge_il_culto_di_apertura_del_Sinodo dovevano essere iniziate le votazioni, 109 membri del Sinodo hanno votato un ordine del giorno contro il sito www.valdesi.eu, accusandolo di “denigrare” alcuni pastori e la chiesa stessa. I voti contrari sono stati 9 e altrettanti gli astenuti. Di conseguenza, i non votanti sono stati 53. Non c’è stata alcuna discussione, né illustrazione del documento, e persino le dichiarazioni di voto sono state limitate a quattro. Un fatto del tutto nuovo, a nostra conoscenza, nella lunghissima storia dei sinodi valdesi.

Noi non possiamo sapere se Lei ha partecipato a quel voto, o se Lei era fra i pastori con diritto di voto o no. Le procedure del Sinodo non consentono infatti di conoscere queste cose (forse – accanto a tante innovazioni di altro genere – sarebbe il caso di aggiornare i regolamenti verso una maggiore trasparenza). I presenti potevano vedere chi alza la mano, ma, come saprà, quest’anno non era possibile assistere ai lavori del Sinodo, come invece prevede l’articolo 9 del Regolamento, ma solo guardare le riprese televisive in un tendone separato, per cui il voto è diventato, di fatto, segreto. Abbiamo dunque deciso di scrivere a tutti i pastori i cui indirizzi di posta elettronica si trovano sul sito ufficiale www.chiesavaldese.org, anche perché sono gli unici membri del Sinodo di cui conosciamo i nomi, mentre possiamo agevolmente trovare l’elenco completo di quelli della fine del ‘600 (più che innovazione, qui basterebbe tornare al passato).

Ci stupirebbe molto se Lei fosse parte di quella maggioranza che ha votato l’ordine del giorno, in quanto non abbiamo mai ricevuto da Lei alcuna richiesta di rettifica, di smentita o qualsiasi forma di comunicazione. Eppure – se Lei ha votato contro di noi – immaginiamo conosca i contenuti del nostro sito. Possiamo comprendere se Lei non condivide le opinioni che manifestiamo, ma ci sarebbe difficile interpretare un voto di condanna per opinioni espresse, da chi non abbia mai manifestato in alcun modo la propria riprovazione. Sappiamo di essere polemici su determinate idee, ma ci pare di avere sempre usato rispetto per le persone che le esprimono. E ove questo non fosse, siamo sempre stati pronti a pubblicare scritti di chi ce lo facesse notare. Abbiamo persino pubblicato il messaggio di un fratello che riteneva fossimo stati scorretti, solo perché avevamo una foto del tendone del pubblico tele-sinodale dove c’erano pochi presenti!

Vorremmo anche proporLe una piccola cronologia di avvenimenti, che possono spiegare l’origine della nostra iniziativa e anche alcuni fatti recenti.

  • Il sito nasce il 15 giugno 2010 a seguito di alcune notizie che ci hanno profondamente turbato, le quali acuivano il disagio che da decenni molti provano di fronte all’andamento delle Chiese Valdesi e Metodiste (basti citare le 3338 firme raccolte nel 1976, che il Sinodo di allora esaminò e cui rispose con un ordine del giorno, sia pure giudicato del tutto inadeguato dai promotori della petizione).
  • Nel luglio 2010 il sito è il principale veicolo di un Appello al Sinodo per la Fedeltà alla Confessione di Fede. L’Appello viene reso noto anche attraverso una pagina a pagamento su Riforma, ma senza alcun tipo di sollecitazione diretta. Tutti i firmatari si sono mossi da sé.
  • Con nostro vivo rincrescimento, accanto all’Appello, il direttore del settimanale, pastore Luca Maria Negro, pubblica un suo pezzo in cui afferma che quanto affermiamo “non risulta”. Potrà immaginare che non ci piace passare per bugiardi, specie quando è evidente che non lo siamo, ma ancor meno ci è piaciuto vedere le nostre istanze, che sentivamo – e ancor più sentiamo oggi – estremamente importanti (al punto da rivolgerci al Sinodo), profondamente minate da un intervento senza alcuna possibilità di replica poiché si trattava dell’ultimo numero prima del Sinodo. Nonostante questo, raccogliemmo 41 firme di membri di chiesa, tra cui un pastore, 10 di simpatizzanti, e altre 40 di evangelici di altre denominazioni (tra i quali 4 ex valdesi, allontanatisi dalla nostra chiesa per gli stessi motivi che abbiamo citato nell’appello), tra cui diversi pastori.
  • Il Sinodo 2010 ignora totalmente l’Appello durante i suoi lavori. Il Presidente arriva ad ammonire un pastore per averlo menzionato. Né alcuno, il Presidente stesso o la Tavola o i pastori delle chiese di appartenenza di noi 41, ci degna di alcuna risposta. Ma dove sono finiti “l’incontro, il dialogo, l’apertura” (citiamo il discorso della Moderatora), l’accoglienza, l’accettazione del diverso di cui la nostra Chiesa si fa paladina all’esterno ?
  • Dato questo precedente, siamo stati particolarmente sorpresi quest’anno nell’apprendere che una lettera del pastore pentecostale Giuseppe E. Laiso, su uno degli argomenti toccati dal nostro appello (la benedizione delle coppie dello stesso sesso), ha avuto invece l’onore di essere letta nella sessione inaugurale e commentata, se pure in modo non favorevole, dalla Moderatora stessa. Una disparità di trattamento che davvero non abbiamo capito! Anche tra noi firmatari c’era un pastore di area pentecostale e, oltre a lui, anche un pastore valdese, altri 40 membri di chiesa valdese… Le nostre espressioni erano garbate, rispettose e ci “appellavamo umilmente al Sinodo” chiedendo ai suoi membri, nel deliberare sulla questione omosessualità, che “ricordino i numerosi passi biblici che la condannano e temperino la tendenza a ritenerli semplicemente riflessi di una società non abbastanza evoluta”. Mentre la lettera di Laiso diceva apertamente che le benedizioni sono “fuori della Scrittura”, i pastori che le praticano, con nome e cognome, “devono togliere dalla propria Bibbia” diversi passi e che gli antichi valdesi, i colportori e l’apostolo Paolo “si rivolteranno nella tomba” e così via. Eppure noi siamo stati del tutto ignorati, anzi banditi. Forse ci sono sottili questioni procedurali per cui il fratello Laiso ha più rilevanza di noi… Se qualcuno avesse la bontà di dircelo gliene saremmo grati. Altrimenti, l’unica spiegazione è l’intento di emarginarci proprio perché valdesi.
  • Dopo il Sinodo 2010 furono pubblicati su Riforma lettere ma soprattutto articoli, di pesanti attacchi al nostro appello, e anche a noi personalmente (“ossessionati” che fanno citazioni bibliche “strumentali”, in un “appiattente anacronismo”; il nostro Appello è addirittura “tutto e solo cattolico“, la nostra richiesta al Sinodo di difendere l’ordinamento valdese è anch’essa “cattolica”, la nostra lettura della Bibbia è “fondamentalistico-politica, in senso deteriore”, “l’Appello è pervaso da ossessione; e quando un credente è ossessionato non è libero”. E accanto a questi feroci giudizi sommari, non manca l’accusa – paradossale dopo tali parole – di “giudicare gli altri fratelli e la loro fede”. Si arrivò anche a intimare ripensamenti “pena lo scadere nell’idolatria e nell’infedeltà (condannate dalla Scrittura)” e ad accuse false su fatti che nulla hanno a che fare con l’appello.
  • Abbiamo invece notizia certa di parecchie lettere di posizione contraria, non pubblicate.
  • Ad aprile 2011, di fronte a un ulteriore nuovo ripetuto rifiuto di pubblicare una lettera, neppure a pagamento, abbiamo chiesto al Direttore di Riforma di poter fare una inserzione a pagamento, che segnalasse l’esistenza di valdesi.eu, dichiarandoci pronti ad attenerci a lui quanto alle  limitazioni al contenuto (ad esempio: no attacchi personali, no particolari irrilevanti ecc.). Fermo restando che è ovviamente Sua facoltà considerare nel concreto il contenuto che proporremo”.
  • Il 22 aprile il Direttore ci rispondeva di avere inoltrato la richiesta “al Consiglio d’Amministrazione” del settimanale.
  • Il 3 maggio inviavamo al suddetto Consiglio, di cui non c’è stato modo di conoscere la composizione, una ulteriore richiesta per raccomandata con avviso di ricevimento. Non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta.
  • A luglio, una volta formulata inutilmente una nuova richiesta in tal senso a Riforma, ci siamo risoluti a pubblicare l’inserzione sui due mezzi di informazione cartacei che possono raggiungere molti, specie in periodo sinodale (a parte Riforma, che neppure ci risponde): l’Eco del Chisone, e La Stampa nelle pagine della Provincia di Torino.
  • Durante il Sinodo, siamo stati prima oggetto di un attacco, senza nominarci, da parte della pastora Daniela Di Carlo che ci ha definiti “disordine istituzionalizzato”, “potere parallelo”, ci ha accusato di usare “ambiguità linguisticadiscreditando in questo Sinodo il pensiero teologico di alcuni pastori e poi dell’ordine del giorno che già abbiamo citato. Sottolineiamo che mai la pastora Di Carlo ci ha inviato alcun messaggio, di smentita o di altro genere.
  • Infine, durante la conferenza stampa del pomeriggio del venerdì di chiusura del Sinodo (26 agosto), la Moderatora, pastora Maria Bonafede, rispondendo al giornalista dell’Eco del Chisone che le chiedeva come mai Riforma avesse rifiutato la nostra inserzione, che la sua testata aveva accettato, affermava che noi denigriamo la Chiesa, i pastori e usiamo il nome di “valdesi” senza autorizzazione. Senza entrare nel merito delle accuse, se questi erano i motivi, perché, in quattro mesi e mezzo dalla richiesta di inserzione, non ci sono stati detti ?
  • Va detto che dopo questi episodi, ci sono stati inviati interventi piuttosto duri sulle decisioni del Sinodo, che abbiamo pubblicato, per la stessa ragione per la quale pubblichiamo anche messaggi molto più pesanti contro di noi.

Rispetto all’ordine del giorno sinodale, teniamo a fare alcune ulteriori precisazioni.

  1. Non gestiamo “siti web”, ma uno solo. Forse parlare di “siti” rende più credibile l’espressione “campagne di denigrazione”, ma visto che non c’è denigrazione, tanto meno c’è una campagna.
  2. Contrariamente a quanto l’ordine del giorno può far pensare, il nostro sito non ha mai pubblicato “video relativi al dibattito sinodale registrati senza l’autorizzazione”, né li ha in nessun modo segnalati.

Proprio la pastora Bonafede, nella sua intervista pre-sinodale ha definito la decisione sulle benedizioni alle coppie dello stesso sesso, “biblica al cento per cento” in quanto “Gesù ha cercato, trovato e accolto chi era escluso, bandito e giudicato dalle forme religiose del suo tempo e dalla società, ha pranzato con coloro che erano reputati pubblici peccatori e peccatrici, ha incontrato, ascoltato gli uomini e le donne che nessuno voleva ascoltare, nemmeno i suoi discepoli e che tutti giudicavano. Noi non chiediamo speciali benedizioni liturgiche, né chiediamo di essere “cercati, trovati e accolti”, di pranzare con chicchessia. Ma non vorremmo neanche essere condannati, dopo essere stati “esclusi, banditi e giudicati dalla nostra chiesa”.

Chiudiamo perciò questa lunga lettera, ringraziando per la pazienza di leggerla, con due richieste, crediamo più che ragionevoli.

  1. Se Lei è fra i 109 che hanno votato contro di noi, Le chiediamo come mai non ci abbia mai fatto pervenire alcuna rettifica, smentita o qualsiasi comunicazione in merito a ciò che pubblichiamo. C’è un forte contrasto fra le due cose, a nostro modo di vedere. Noi leggiamo che Gesù ha detto: “Se tuo fratello pecca contro di te, riprendilo; e se si pente, perdonagli” (Luca 17:3). Noi non abbiamo neanche ripreso chi ritenevamo e riteniamo danneggi tutta la Chiesa e ciascuno di noi fuorviandola, fuorviando noi e i nostri figli, ma ci siamo solo “appellati umilmente” al Sinodo. Nei nostri confronti, non abbiamo visto rimprovero, di conseguenza neppure il perdono perché non sapevamo di cosa avremmo dovuto pentirci, ma si è passati alla condanna. Non sappiamo trovare esempi di questo modo di agire nei Vangeli. E neppure nella giustizia un po’ spiccia che si trova in certi passi dell’Antico Testamento, riusciamo a trovare esempi di persone condannate senza sapere per che cosa.
  2. Sempre se Lei è fra quei 109, La preghiamo di farci sapere in che cosa abbiamo denigrato, ovvero quale opinione abbiamo attribuito in modo non veritiero a qualche pastore, o alla Chiesa nel suo insieme. Supponiamo peraltro che manifestare opinioni diverse da quelle della maggioranza delle nostre assemblee non comporti una condanna sinodale… NOI NON CENSURIAMO. Solo due pastori ci hanno scritto, Alessandro Esposito e il professor Fulvio Ferrario, e li abbiamo prontamente pubblicati. Non cambieremo la linea, Noi le idee preferiamo discuterle.

La ringraziamo per la sua attenzione e, anticipatamente, per una risposta.

La Redazione di valdesi.eu

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