“LE RAGIONI DELL’ALTRO”. IL CONFRONTO COME OCCASIONE DI TESTIMONIANZA – 1

Desidero condividere con i lettori di Valdesi.eu una riflessione riguardo un recente dibattito a cui ho partecipato. Lo scorso 18 dicembre a Napoli, presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, si è tenuta la presentazione del libro di Alessandro Cecchi Paone e Paolo Gambi Le ragioni dell’altro (Piemme, 2013). Si tratta di un libro in cui emerge un interessante dibattito, su svariati temi, tra un cattolico ed un laico.
In questa discussione, poi, sono stato chiamato ad offrire il mio punto di vista in qualità non solo di scrittore, ma soprattutto di cristiano evangelico pentecostale. Quindi è stato un dibattito tra un laico, un cattolico ed un evangelico pentecostale.
Seguo da tempo ormai il sito Valdesi.eu avendo non solo sottoscritto l’Appello ma anche offerto talvolta il mio modesto contributo su alcune tematiche. In questo dibattito con Cecchi Paone e Gambi, è stato più volte tirato in ballo il mondo protestante, in particolare la chiesa valdese, con cui Cecchi Paone, per ragioni che credo possiate facilmente immaginare, ha condiviso e condivide alcune posizioni etiche e politiche. Nel mio primo intervento ho subito chiarito che il protestantesimo storico e il mondo pentecostale, di cui faccio parte, hanno posizioni ben distanti riguardo alcune precise questioni, quale ad esempio la benedizione alle coppie omosessuali. Nel suo testo infatti Cecchi Paone più volte fa riferimento alla sua “naturale vicinanza” alla chiesa valdese, ma ho cercato, oltre che sottolineare le distanze della chiesa valdese con quella pentecostale, di evidenziare anche l’esistenza, all’interno della chiesa valdese stessa, della realtà che trova espressione in questo sito e dell’Appello di cui è stato promotore.
Detto questo, ecco alcune osservazioni su alcuni punti del dibattito che con semplicità desidero condividervi. Non ho pretese teologiche, politiche o sociologiche ma semplicemente offro il mio punto di vista su alcune questioni, senza aver la pretesa di parlare per conto o nome di qualcuno.
Prima di tutto, sono stato promotore di questo dibattito, che pure ha sollevato qualche critica, perché pur sapendo di avere posizioni diverse dagli autori sulla gran parte delle tematiche affrontate nel loro libro, credo nel valore del confronto. Non pensiate però che il mio sia un atto retorico, anzi. Cercherò di spiegarvi anche le “ragioni spirituali” che mi spingono a credere nella discussione, come strumento di evangelizzazione, con chi ha un pensiero diverso dal mio. Per me confrontarsi non significa “convincere” idealmente a tutti i costi l’interlocutore. Nel confronto si racchiude la speranza; la speranza di proclamare il messaggio evangelico a tutti quelli che ascoltano. Di farlo con franchezza, schiettezza e fermezza, ma anche con garbo ed amore, come ci insegna la Bibbia. Vi ricordate del ladrone sulla croce? All’ultimo istante della sua vita, decise di arrendersi all’amore di Cristo. Non ci interessa sapere come e quando saranno raccolti i frutti del nostro impegno, ma l’importante è “gettare il pane sulle acque”. Certo, il confronto oltre che sulla speranza, è basato anche sulla curiosità. La voglia di conoscere le ragioni di ciò che è diverso da noi. Per questo devo riconoscere, ed apprezzare, la disponibilità che Cecchi Paone e Gambi hanno avuto nel confrontarsi, oltre che tra loro, anche con me, in qualità di evangelico pentecostale.
Durante la discussione – che potete seguire per intero su Youtube cliccando qui – ci si è confrontati su temi etici, con particolare riferimento anche al riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali e la “questione omosessuale” in generale. Mi sembra evidente e superfluo ribadire la posizione di Cecchi Paone, nota a tutti, e che ha trovato anche sostegno nella dirigenza della chiesa valdese. Desidero, piuttosto, parteciparvi la mia posizione, che non segue quella di una chiesa o denominazione, ma è basata sulla mia esperienza spirituale. Ho precisato infatti che esistono due piani di discussione: uno civico-politico, l’altro biblico-spirituale. Per il primo cercherò di essere molto chiaro, come ho fatto nel dibattito. Essendo parte di una minoranza religiosa che poco o più di ottant’anni fa è stata perseguitata dallo stato fascista, rivendico con forza il valore di uno stato laico, che possa accogliere e tutelare tutte le minoranze religiose. Questo principio, molto semplicemente, lo applico anche alla sfera civico-politica. Sui diritti delle coppie di fatto se ne deve discutere, senza dubbio, rispettando ed ascoltando le istanze altrui. Tutt’altro discorso, invece, quello inerente le adizioni di bambini per coppie omosessuali, su cui, anche da un punto di vista costituzionale, ho ribadito la mia piena contrarietà. Tutto qui.
(prima parte)

Alessandro Iovino

 

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