
Karl Barth: teologia pseudo-ortodossa
La teologia di Karl Barth continua ad essere popolare fra certi ambienti valdesi moderni. E’ ortodossia? E’ un compromesso fra liberalismo e ortodossia? Oppure è un’altra versione di umanismo?
La teologia di Karl Barth continua ad essere popolare fra certi ambienti valdesi moderni. E’ ortodossia? E’ un compromesso fra liberalismo e ortodossia? Oppure è un’altra versione di umanismo?
E’ stato molto pubblicizzato, spesso con toni entuasiastici, il discorso del teologo valdese Paolo Ricca nella basilica romana di San Pietro. “La prima volta”, si dice. Ma che cosa ha detto? Ha ribadito che la roccia su cui si fonda la chiesa è “Pietro” o “molti Pietro”. Non è questa, però, la prospettiva della teologia riformata classica, che considera la roccia non Pietro, ma Cristo. Egli è “un”sasso”, o un mattone, che poggia sulla roccia che è Cristo. Ancora una volta un ecumenismo antropocentrista. I simili si amano e apprezzano a vicenda. Qui un articolo di Daniela Michelin-Salomon.
I moderni eruditi cianciatori, “esperti in dibattiti culturali”, affibbiano l’etichetta di “fondamentalista” a chiunque non condivida i loro punti di vista. Quell’etichetta, però, potrebbe pure essere data a 1900 anni di pensiero cristiano, includendo, naturalmente Gesù e gli apostoli. Ma, si sa, i “moderni” hanno “finalmente capito” come stanno le cose. O no? Inizieremo così da oggi esposizioni brevi di dottrine cristiane di base. Oggi: “L’ispirazione e l’autorità della Bibbia”.
In quasi tutte le chiese valdesi d’Italia è stato trasmesso un comunicato pubblico “dai massimi rappresentanti della Chiesa valdese, per dichiarare, in tutte le sedi possibili che, quanto espresso dal Malan non rappresenta, in alcun modo, le posizioni della Chiesa valdese in nessuno dei termini trattati”.
Il “matrimonio” della chiesa con lo stato e la scienza politica ha colpito così tanto il popolo valdese che, al tempo del covid, è stato diviso e lo è tuttora.
Un tempo si usava criticare in particolare i gesuiti per la loro abilità nel ragionare per sofismi. Questa caratteristica, però, non riguarda solo i gesuiti, ma spesso molti laureati di facoltà di filosofia, teologia e giurisprudenza, divenuti leader di chiese, in particolare delle “chiese storiche”. Sono soprattutto quelli che, educati alla critica biblica moderna e nel ragionamento filosofico, sono in grado di “girare le cose” in modo tale da giustificare “il tutto e il contrario di tutto” e con abili “acrobazie ermeneutiche” giustificare il distanziamento dalle dottrine teologiche ed etiche tradizionali insegnate dalla Bibbia. Lo giustificano così come se fosse “progresso” e “evoluzione” e che loro intendono sempre come qualcosa di “migliore” di che cosa c’era prima. Veramente?
I teologi e i pastori consacrati della chiesa ufficiale valdese, occasionalmente, nelle liturgie e nei loro insegnamenti usano esporre concetti di origine diversa da quelle delle Confessioni di fede della Chiesa storica, in modo particolare alla dottrina della Trinità.
Gli “esperti teologi” dell’ufficialità valdese contemporanea giungono persino a negare la legittimità dell’identità valdese del movimento “Sentieri Antichi Valdesi”. Le loro pretese monopolistiche, però, sono vane e facilmente smascherabili da chi non si lascia sedurre dai loro abili giri di parole.
La “censura” fa indubbiamente parte, come abbiamo avuto modo di vedere negli anni passati nella gestione interna dei lavori del Sinodo valdo-metodista (che trovano sempre modo di giustificare), ma gli atteggiamenti di censura del tipo “fai fuori chi non la pensa come me”, non solo non è cambiato, ma è peggiorato.
In riferimento al “Intervento istituzionale” della moderatrice della Chiesa Valdese, Alessandra Trotta, ecco alcune prime osservazioni:
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