UN VALDESE CHE SI QUALIFICA OMOSESSUALE DICE: “CHE SENSO HANNO LE BENEDIZIONI ALLE COPPIE DELLO STESSO SESSO?”

Il 30 marzo scorso, un certo Gionatan ha scritto nel Forum del sito ufficiale della Chiesa Valdese: “Io non sono contrario ad una legislazione dello Stato laico che riconosca e tuteli i diritti delle persone conviventi, siano esse gay o etero; da credente io non accetto che torciamo le Sacre Scritture a nostro uso e consumo (sottolineatura nostra, come le seguenti – n.d.r.). Proprio perché per noi, valdesi, “il matrimonio non è un sacramento, non è qualcosa di sacro, ma un patto fra due persone”, mi spiegate che senso ha presentarsi davanti a Dio, due uomini o due donne, e farsi benedire pubblicamente da un ministro di Dio? Per me, e mi scuso se offenderò qualcuno, è solo un capriccio, un gesto che vorrebbe imporre a Dio qualcosa che non abbiamo nessuna certezza e nessun fondamento che Egli approvi. Se noi omosessuali credenti vogliamo vivere seriamente la fede, allora seriamente avviciniamoci a Dio”.

Ci permettiamo di aggiungere due motivazioni alle garbate, sagge e coraggiose parole del fratello Gionatan. Evitare le benedizioni liturgiche alle persone dello stesso sesso eviterebbe anche di creare divisioni nella chiesa e di alimentare dubbi sulla fedeltà della chiesa stessa alle Scritture. Ma Jens Hansen, il pastore che funge da moderatore del forum, non ha dubbi e replica: “Nessuno torce le Scritture a suo uso e consumo. Penso che da chiesa protestante noi valdesi siamo molto attenti quando ascoltiamo la Parola e la leggiamo come Parola rivolta da Dio a noi. Se nella serietà della lettura arrivo al punto di poter affermare di non trovare niente di male nella benedizione di una coppia omoaffettiva che vuole esprimere davanti a Dio e alla chiesa riunita la sua volontà di vivere un progetto di vita comune, non è torcere la Scrittura, anche perché la mia posizione, la trovo condivisa nel confronto fraterno con altre sorelle e fratelli.”

Secondo l’abitudine di diversi suoi colleghi, il pastore Hansen ignora del tutto le argomentazioni di chi ha opinioni diverse dalle sue o, peggio ancora, a questioni basate sulla Bibbia contrappone le proprie personali opinioni e le ritiene prevalenti sulla Scrittura. Infatti, a Gionatan che parla di “torcere la Scrittura”, lui replica dicendo che la sua personale opinione è “condivisa con altre sorelle e fratelli” !

L’intera argomentazione è del tutto autoreferenziale:

1) “Noi valdesi siamo molto attenti quando ascoltiamo la parola”. Sarebbe più giusto dire “dovremmo essere molto attenti”, o piuttosto “eravamo molto attenti”; oppure dimostrare che anche oggi “siamo molto attenti”. Invece no, il suo argomento in pratica è: siccome l’abbiamo detto noi valdesi, vuol dire che è conforme alla Scrittura. Una sorta di dogma di infallibilità! Con l’aggravante di credere di essere davvero valdesi dicendo simili spropositi.

2) Se io, “nella serietà della lettura”, dico una cosa, allora quella cosa è giusta. Ci risiamo!

3) Prova finale: “la trovo condivisa nel confronto fraterno con altre sorelle e fratelli”. Naturalmente, basta ignorare le opinioni diverse e parlare solo con sorelle e fratelli che ci danno ragione e attaccare quelli che invece la pensano diversamente, come ha fatto con noi, accusando il nostro appello di “essere a corto di argomenti” e di volere “soffocare la discussione” .

E pensare che, in un’altra parte del Forum, Jensen tenta di spiegare che la Chiesa Valdese è ancora coerente con il principio del Sola Scriptura (“sulla base della sola Scrittura”) di Lutero! Restando nella lingua latina, siamo piuttosto al Trahit sua quemque voluptas (“ciascuno è attratto dal proprio piacere”) di Virgilio, che non è un principio, ma una constatazione.

Disse Lutero: “Un semplice laico armato con le Scritture è più grande del più coraggioso Papa senza essa ”. Ma oggi abbiamo persone che si credono infallibili pur non essendo papi!

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