
“Maschio e femmina li creò” Genesi 1:27; “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie” Genesi 2:24; “Onorerai tuo padre e tua madre” Esodo 20:12; “Chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d’asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare” Matteo 18:6.
“Un bambino ha bisogno di una mamma e un papà” con le parole “una mamma e un papà” vistosamente eliminate, a beneficio della parola “amore”. Nella foto due donne con un bambino, tutti e tre sorridenti.
È una delle immagini per la campagna di comunicazione della Chiesa Valdese (ufficialmente “Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi”) per l’8 per mille, la quota del ricavato delle imposte sui redditi che il contribuente può scegliere di destinare allo Stato stesso oppure a una confessione religiosa, firmando in uno degli appositi spazi dei moduli per la dichiarazione dei redditi. Ogni firma conta quanto ogni altra, dunque la firma del pensionato con la minima vale quanto quella del miliardario. Secondo quanto la stessa Chiesa Valdese dichiara, essa destina alla campagna di comunicazione circa 1 milione e 200mila euro, il 3% dell’importo che riceve dall’8 per mille.
Ci addentreremo in un’altra occasione sulla questione 8 per mille. Oggi importa che ancora una volta il nome “valdese” viene infangato da una ideologia che va apertamente contro quanto è scritto nella Bibbia, che secondo la Confessione di Fede valdese è regola della nostra fede e vita (articolo 3), e che peraltro è contro la realtà. Ci sono due spiegazioni per una simile campagna: il sostegno all’ideologia “gender”, da una parte, e, dall’altra, l’intento di continuare ad attirare le firme per tenere alta la quota dell’8 per mille che ha consentito nel 2024 di ricevere oltre 40 milioni di euro, grazie al 2.87% di tutte le preferenze espresse dai contribuenti.
Una quota stupefacente visto che i valdesi sono meno dello 0,03% della popolazione italiana, e di certo non tutti i valdesi optano per la Chiesa Valdese. E’ palese che le firme sono in grandissima parte legate proprio alle prese di posizione ideologico-politiche e non certo all’aspetto confessionale. E ciò è particolarmente vero dopo il crollo di preferenze negli anni in cui gran parte dell’opinione pubblica è venuta a conoscenza del fatto che la chiesa, che – purtroppo – ha ereditato il nome e il patrimonio materiale valdese, aveva iniziato a celebrare apertamente i “matrimoni” omosessuali. Le firme dei veri valdesi sono state amplissimamente compensate dai sostenitori dei “diritti” lgbt che – essendo da tempo in Italia da tempo cessata ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali – oggi significano: legalizzazione della schiavizzazione delle donne attraverso l’utero in affitto con conseguente commercio dei bambini, riconoscimento di coppie omosessuali come “genitori naturali” di bambini, promozione nelle scuole del concetto per cui un maschio può essere femmina e viceversa e – di conseguenza – della tragica truffa delle pratiche denominate “cambiamenti di sesso”, che in realtà si risolvono in penose mutilazioni sessuali.
E poi c’è l’altro “diritto”: quello di privare un bambino del padre o della madre per far somigliare un rapporto omosessuale a quello previsto dal Creatore per la riproduzione. In nome “dell’amore” (dove , peraltro, amore e pulsione erotica vengono equiparati)!
(prima parte -segue)
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