“Lux lucet”… nel Gay Pride? La Chiesa Valdese di Milano dà il patrocinio al Gay Pride

Se ha ancora importanza chiamarsi cristiani, evangelici, protestanti e valdesi, mi dissocio da quei valdesi di oggi che in nome di una ambigua unità, decidono per altri posizioni anti-evangeliche e anti bibliche, dando al pubblico italiano interpretazioni distorte e false alle parole di Paolo, così come vengono interessatamente pubblicate dalla chiesa valdese di Milano (Riforma 2015 n. 17, pag. 9).

Il Concistoro della chiesa valdese di Milano, dopo una riflessione condivisa al proprio interno, ha

MILANO – La chiesa valdese patrocina il Gay Pride, la festa dell’orgoglio omosessuale

deciso di dare il proprio patrocinio al prossimo Gay Pride che si terrà a Milano dal 22 al 28 giugno. Questa la motivazione che si legge nel comunicato inviato agli organizzatori: «La chiesa valdese di Milano, impegnata nell’inclusione di persone di ogni identità e orientamento nella propria comunità, desidera esprimere in modo tangibile la propria posizione attraverso il patrocinio al Milano Pride 2015. La nostra iniziativa è volta a rafforzare il rapporto di accoglienza già presente al nostro interno ed estenderlo pubblicamente alla società, affinché siano riconosciuti i diritti umani e civili delle persone omosessuali, lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender. Questa decisione vuol essere da un lato un gesto laico che si declina nel richiamo nei confronti di uno Stato che continua a negare diritti elementari a una parte della sua popolazione, e dall’altro lato una testimonianza evangelica nell’ottica di costruire una comunità umana ispirata ad ideali ben rappresentati nei versetti biblici tratti dalla lettera di Paolo ai Galati: “Non c’è più né giudeo, né greco, non c’è più né schiavo, né libero, non c’è più né uomo, né donna poiché tutti siete uno in Cristo Gesù”». [“L’Araldo”, maggio 2015]

L’apostolo Paolo non intendeva con le parole scritte ai Galati smentire o contraddire quanto affermato ai Romani 1: (18 L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia… perché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. 22 Benché si dichiarino sapienti, son diventati stolti… 25 essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen. 26 Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; 27 similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. 28 Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; … 32 Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette.).

Le chiese cristiane non possono essere solidali, né incoraggiare i cortei “Gay pride” dove in passato senza pudore verso il pubblico, si esibivano uomini e donne nudi in autocarri discretamente aperti da un solo lato. Nè essere favorevoli alla loro politica.

I credenti delle chiese cristiane sono per i matrimoni tra uomo e donna, così come la Bibbia e Dio stesso ha voluto creando la compagna giusta e gradevole al primo uomo. Quest’atteggiamento della chiesa valdese di Milano, non condiviso da tutti – credenti e non – volendo farsi pubblicità davanti all’opinione pubblica, sfida le leggi della natura create da Dio, inquinandole con il peggior veleno d’ambiguità, offendendo lo stesso Creatore. Non è questione di difendere una politica, un’etica o un credo religioso. È in gioco l’onore, la reputazione, la dignità e la gloria di Dio stesso. Se il peccato ha distorto, insozzato, confuso le relazioni tra uomo e donna, la chiesa valdese di Milano così facendo non risolve questo grosso problema, anzi lo peggiora. Il suo atteggiamento di tolleranza e di incoraggiamento verso questo tipo di etica non aiuta le persone che soffrono e non sanno più che cosa è o non è peccato. La Chiesa (quella valdese ne è una piccola parte) non è chiamata ad omologarsi all’opinione pubblica, ma ad esserne critica secondo la Parola di Dio. Parola di Dio che si legge e si capisce con la Bibbia. La Chiesa e le chiese sono “nel mondo ma non del mondo” diceva Gesù. Se lo sono dimenticato? Affermare che Dio ha creato prima l’uomo e poi la donna, e non ha creato gli omosessuali, per la Chiesa vuol di dire essere testimoni della verità. Quello che invece sta testimoniando la chiesa valdese di Milano è il contrario. Non è una “buona notizia” anzi in pratica è “un altro evangelo” da cui mi dissocio e chiedo a tutti quei valdesi che non sono d’accordo di avere il coraggio di farlo ovunque essi siano. Che Dio perdoni la sua Chiesa che non lo sta glorificando!

Sergio Rastello

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