Anche i Valdesi avevano una “omofobia ancestrale”?

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un commento sul’articolo “Al ministro Kyenge non far sapere…”

Quello che viene definito Occidente è pervaso da una grave supponenza di presunta superiorità morale, civica e intellettuale. Proprio per questo, popolazioni di continenti del cosiddetto ‘Terzo Mondo’ o in via di sviluppo sono soggette a considerazioni particolarmente paternalistiche e discriminanti da parte di soggetti e istituzioni che si ergono indebitamente a importanti fari storico-culturali del nostro tempo – quando, molto spesso, non lo sono affatto.

Pensate alla politica, con il dualismo che discrimina verso, per esempio, gli Africani. Da una parte la Destra, con la sua dottrina nazionalistica e imperante, nella sua forma estrema, verso ‘razze inferiori’; dall’altra buona parte della Sinistra, con la sua presunta superiorità morale ed etica che considera tali popolazioni sprovvedute, inette e bisognose del nostro modello socio-economico, civico e anche spirituale. Una forte ipocrisia che, a mio avviso, non può che offendere tali popolazioni, razze, individui. Se poi, nel caso citato, l’omofobia (termine comunque usato erroneamente) da parte di membri di origine Africana di comunità Protestanti è da ricondurre a un costrutto ancestrale, mi piacerebbe sapere che cosa ne penserebbero Valdesi di – per esempio – 20, 30, 50 o 100 anni fa della loro stessa presunta ‘omofobia ancestrale’. Non è forse tutto ciò fortemente discriminante? Debbo forse pensare che anche la lettura e la comprensione della Bibbia sia un responso ancestrale?

T Charb.

2 commenti

  1. La chiesa valdese “ufficiale” si é ridotta a perseguitare i cristiani perché come dice la Bibbia credono giustamente che l’omosessualitá sia un peccato.
    i cristiani andranno in carcere e i valdesi “ufficiali” che li avranno perseguitato all’inferno, e la cosa é garantita proprio perché all’inferno non credono.

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