La morte è stata sommersa nella vittoria

Questa mattina le montagne bianche di neve sono indorate dal sole dell’alba e, benché la natura si stia ancora riposando, già la primavera è nell’aria annunziando nuova vita… Ma guarda un po’! La mia riflessione spontanea nei pressi della vita è che in questa sinfonia prodotta dal tocco dei sensi – vista, udito, tatto, olfatto – la stonatura stridente della morte proprio non ci sta bene!”

Mi ricorderò sempre il pensiero che ebbi nella mia tenerissima infanzia quando realizzai per la prima volta che esisteva la morte… In quel momento pensai semplicemente: “Però, sarebbe bello vivere per sempre!” Ora sono giunta a capire che, la morte è il concetto, è la realtà, è l’idea più potente sul sentiero della vita, proprio perché è l’anomalia per eccellenza; nella vita non c’è niente che sia più anomalo che la morte. Se ci si riflette a fondo, la morte non può essere un qualcosa di normale; anzi non ha senso se non che ci sia stato qualcosa di veramente sconvolgente che l’abbia innescata.

La morte dunque, nel percorso dell’esistenza, diventa l’oggetto centrale dell’analisi esistenziale, perché nel contesto “vita” la morte proprio non ci sta bene essendo più potente del suo contesto stesso e lo stravolge, vincendo: la morte risulta più forte della vita. La morte dunque è il più gran nemico dell’uomo perché è ciò che lo caratterizza in tutti i suoi aspetti, a partire da ciò che lo circonda, fino a raggiungerlo nell’intimo, nei pensieri, nella volontà e nelle azioni che sono alleati con essa, fino alla separazione dalla relazione attraverso la conoscenza di Dio

A questo punto il bel paesaggio mattutino, nella sua

realtà, si trasforma e non è più un’espressione di vita, ma acquista il colpo sicuro e deciso del pugnale della morte.

Essendo la morte il potere più potente fu necessario vincerlo attraverso la sua stessa arma; la morte del Figlio di Dio fu come un vortice in un buco nero che trascinò con sé “la morte”, la conseguenza naturale e spirituale del peccato e tutto ciò che la caratterizza, distruggendone il potere, annientando il dardo infuocato del nostro peggior nemico, trionfando su tutti i suoi aspetti esterni, interni all’uomo ed eterni. “O morte, dov’è la tua vittoria? O morte dov’è il tuo dardo?” (1 Corinzi 15:55).

In Cristo la morte è stata sommersa nella vittoria. Questa realtà della morte sommersa nella vittoria non la vediamo ancora manifestata, ma è già tutta “in embrione” ed è per questo che posso ora permettermi l’ardire di udire la sinfonia mattutina in un appagamento totale per mezzo di quell’Uno che ha trascinato con sé nella morte, la “signora Morte” annientandone per sempre il potere.

“Signore sovrano, al quale appartiene ogni potere, ogni gloria, ogni onore; pure a te appartiene la vittoria nella più grande guerra fra tutte le guerre… per sempre… la vita trionfò, trionfa e trionferà; non esistono parole nella lingua umana per esprimerti ciò che ti è dovuto; Tu rimani il Centro glorioso di ogni affetto più profondo, di ogni pensiero più elevato, di ogni devozione e consacrazione più radicale.”

“…quando poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: «La morte è stata sommersa nella vittoria»” (1Corinzi 15:54).

1 commento

  1. Sono queste le riflessioni che dovrebbero sentirsi in chiesa, nei sermoni, negli articoli, sulla stampa religiosa e invece..

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