Solidarietà e invito al dialogo

Nessuna norma impedisce di usare la parola valdesi in un sito

Spett.le Redazione,

sono rimasto assai stupito per quanto viene affermato nei Vostri confronti, nientemeno che da un OdG sinodale. Ho notato che spesso il linguaggio del Vostro sito è assai franco, e anche spigoloso alle volte. Tuttavia, da quanto sin qui ho letto, le Vostre affermazioni sono sempre fondate su basi solide, magari opinabili, ma sempre avvalorate da fatti o da elementi, concreti. Vale a dire che mi è parso che le vostre asserzioni prendano sempre lo spunto da passi biblici, o da precedenti Odg sinodali, o confessioni di fede. Oppure, nel caso vi sia spirito critico verso altri, riportate integralmente le altrui affermazioni.

Ciò posto, non riesco a rilevare quella “denigrazione” (cioè “offuscare il valore di qualcuno, anche con la calunnia”) della quale vi si accusa. Infatti se riportate le affermazioni di chicchessia (non smentite, peraltro) e dite che, secondo voi, chi le ha rilasciate non può ambire a determinate cariche, è certo una valutazione assai dura, ma se essa rimane senza repliche, non può non apparire fondata. In definitiva, invece di quell’ordine del giorno sinodale, a mio avviso sarebbe stato più confacente aprire un dialogo, impostare un discorso, cercare un incontro. Ritengo, infatti, sia doveroso avere un occhio di riguardo verso chi rispetta con attenzione le propri radici. Del resto se non si conosce la propria storia non si può progettare il proprio futuro.

Quanto all’altro problema sollevato nei confronti nel nome del Vostro sito, e in merito all’uso del termine “Valdesi” ricordo che vi è un provvedimento del Ministero degli interni, a mente del quale una nuova confessione religiosa può costituirsi, purché “non utilizzi denominazioni, simboli o norme particolari che creino confusione con quelli di altre confessioni (compresa quella di appartenenza)”. Ciò vale a maggior ragione in questo caso, nel quale non c’è alcuna nuova confessione, né nomi che usurpano precedenti confessioni, ed ovviamente manca il termine “Chiesa” ma vi è solo l’aggettivo “Valdesi”: l’idea che rende tale titolo è di chi, accomunato da una fede, dice la liberamente le proprie idee. A titolo personale ovviamente, e senza coinvolgimento alcuno della Chiesa Evangelica Valdese.

Vi do pertanto la mia solidarietà (per quello che essa può valere…) sperando tuttavia che il dialogo rinasca senza preclusioni o anatemi.

Un fraterno saluto,

Vincenzo Ribet

Un forte ringraziamento per la solidarietà (quella di un fratello vale moltissimo!) e per gli argomenti forniti, anche da valente avvocato. E anche per l’invito al dialogo, per il quale dobbiamo sempre essere pronti, anche con chi ci ha insultato.

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