“Teologi”. Un gesuita dice che l’Antico Testamento è un falso storico, e un valdese gli dà ragione

Da anni Radio 3, canale culturale della Rai, porta avanti una trasmissione dal titolo “Uomini e Profeti” condotta dalla scrittrice Gabriella Caramore, laureata in filosofia con tesi sul pensatore marxista Lukács, scrittrice, docente universitaria di “Religione e comunicazione”, nel 2012 ha ricevuto la laurea honoris causa dalla Facoltà valdese di teologia, i cui docenti figurano assai spesso tra gli ospiti-relatori del programma da lei condotto.

Il 22 febbraio 2015 viene mandata in onda una puntata cui partecipano due ospiti:

il gesuita Jean Louis Ska, oggi 71 anni, che ha studiato filosofia a Namur (Belgio), teologia a Francoforte (Germania) ed esegesi biblica al Pontificio Istituto Biblico di Roma, dove ha conseguito il dottorato in sacra Scrittura nel 1984 e tiene corsi sul Pentateuco dal 1983;

il pastore valdese Daniele Garrone, oggi 63 anni, dal 1988 docente di Antico Testamento presso la Facoltà valdese di teologia, di cui è stato anche decano, marito della pastora Maria Bonafede, moderatora dal 2005 al 2012.

I fitti dialoghi di quella trasmissione ci danno un quadro di ciò che va per la maggiore oggi a proposito di Antico Testamento, in ambiente sia cattolico sia valdese, tra i più reputati esponenti teologici. Spunto per la trasmissione era il libro dell’archeologo israeliano Israel Finkelstein, Il regno dimenticato. Israele e le origini nascoste della Bibbia.

Finkelstein ha fatto la seguente operazione storiografica:

1)     ha tenuto a far sapere a tutti di condurre le sue indagini storico-archeologiche senza ritenere la Bibbia una fonte attendibile, attirando così simpatia e sostegno degli odiatori del cristianesimo, dell’ebraismo e dello stato d’Israele;

2)     ha “dimostrato” che non ci sono prove archeologiche dei fatti dell’Esodo; a tal fine ha ignorato vari elementi che invece molti ritengono provarne la storicità;

3)     ha dimostrato che abbondano le prove sull’importanza del regno di Giosia, nel VII secolo;

4)     ha affermato che il regno del Nord era assai più potente di quello di Giuda con capitale Gerusalemme, in modo molto semplice: negando che Davide e Salomone e i loro regni siano mai esistiti, facendo finta di nulla – ad esempio – sul fatto che sono state trovate a Gerusalemme grandissime rovine – facilmente visitabili – della Città di Davide di cui si parla nei libri dei Re, esattamente nel punto indicato dalla Bibbia;

5)     da ciò ha “logicamente” concluso che la Bibbia, sarebbe stata tutta “scritta a Gerusalemme”, e sarebbe una serie di storie inventate dal nulla volte ad attribuire alla città la preminenza rispetto al più importante (sempre secondo lui) regno del Nord; le storie sarebbero queste:

  1. prima, per dare nobiltà a Gerusalemme, sarebbero stati inventati dal nulla i re Davide e Salomone con capitale in quella città;
  2. in un secondo tempo, per appropriarsi del nome e della tradizione del Regno del Nord, che si chiamava Israele, si fabbrica tutta la storia di Abramo, Isacco e di Giacobbe, che prende il nome di Israele; per collegare questi tre personaggi al periodo “realmente” storico, i fantasiosi propagandisti gerosolimitani, attribuiscono a Giacobbe/Israele dei figli o dei nipoti (i figli di Giuseppe) con i nomi delle tribù di Israele (le quali sarebbero – sempre secondo lui – un’accozzaglia eterogenea cui andava data l’illusione di essere un popolo); segue – sempre rigorosamente inventata – la vicenda di Giuseppe stesso in Egitto e i suoi fratelli, e – per collegare il tutto alla Gerusalemme “falsaria” – l’Esodo, Giosuè e le guerre di conquista della Terra Promessa;
  3. ultima ad essere inventata – in un crescendo di megalomania falsaria – sarebbe la Genesi per dire che il Dio di Gerusalemme (che poi si appropria di Israele con tutte le altre storielle) è nientemeno che il creatore dell’universo;
  4. ulteriore invenzione sarebbe l’infedeltà a Dio dei re del Nord, volta a togliere prestigio a quell’entità a beneficio di Gerusalemme.

Abbiamo forse semplificato un po’, ma questo è il filo conduttore.

Gli ingenui potrebbero pensare che il pastore/professore valdese Garrone e il professore gesuita Ska, se non proprio ridicolizzare la teoria di Finkelstein, provino a metterla in dubbio o almeno dicano che va verificata. Ingenui, appunto, poiché, al contrario, per non mostrarsi da meno dell’archeologo, quasi rilanciano. Garrone dice che in realtà queste cose si sapevano già da prima di Finkelstein e Ska non è da meno.

Ma prima di riportare le stupefacenti parole di Garrone e Ska, formuliamo qualche domanda ai tanti che la pensano come loro.

1)     Se quasi tutto l’Antico Testamento è un’invenzione per esaltare Gerusalemme, perché non inventare un po’ meglio? Perché attribuire ai fratelli di Giuseppe comportamenti così turpi se poi li si vuole far passare capostipiti delle tribù? Chi accetterebbe come capostipite della stirpe di cui fa parte uno dei bruti che quasi ammazzano e vendono come schiavo il loro fratello, spezzando il cuore al padre, specialmente se sanno che è una storia inventata? Chi vorrebbe discendere da un padre, Giuda, che ha due figli scellerati, e da una madre, Tamar, che si finge prostituta e si comporta come tale pur di fornicare con il suocero? E perché attribuire Tamar, nonché la vera prostituta Rahab, alla genealogia di Davide, personaggio inventato per  dar gloria alla “insignificante” Gerusalemme?

2)     Se è tutto un’invenzione perché dire che il nome “Israele”, quello che si vuole “rubare” al regno del Nord, non è né quello del patriarca, né quello di suo nipote, ma una sorta di soprannome del nipote? Perché inventarsi l’imbarazzante storia di Giacobbe che non è il primogenito, così come Isacco?

3)     Perché attribuire a Davide, colui che deve dar gloria a Gerusalemme, l’orrendo delitto contro Uria e numerose altre debolezze?

4)     Se si vuole legittimare il popolo delle tribù nella sua terra, perché non dire che il suo patriarca, Abramo, era nato antichissimamente in essa, così come i suoi discendenti, anziché dire che era nato in Mesopotamia e che poi i suoi discendenti hanno realmente preso possesso della terra da invasori provenienti dsall’Egitto, sterminando chi stava lì prima di loro?

Ma, a questo punto, la domanda più importante è questa:

–         Finkelstein è un archeologo di una università laica e può sostenere le teorie che vuole, ma Ska e Garrone, le cui università sono di chiese che – specialmente quella valdese – si fonda sui racconti della Bibbia, con quale coerenza mantengono le loro cattedre? Dovrebbero spiegare a studenti e fedeli che hanno creduto in un inganno e vedere se una università laica trova interessante dare loro una cattedra per spiegarlo a tutti.

Vedremo cosa dicono in proposito i due (a)teologi.

Leonista

(prima parte – continua)

2 commenti

  1. İl vecchio testamento dice una marea di assurdita’ che non solo mancano della logica piu elementare, ma cozzano frontalmente contro le basi del cristianesimo. Ci e’ sempre stata tramandata la storia secondo cui senza il v.t. il nuovo test.non avrebbe senso ma leggendo approfonditamente i vangeli, soprattutto quello di San Giovanni si capisce bene che vecchio t e nuovo t sono due realta diametralmente opposte.

  2. Caro Elio, quali sarebbero le assurdità dell’Antico Testamento? E come mai Gesù fa più e più volte riferimento ad esse per spiegare chi lui è?

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