Nuove sorprese dalla Bibbia, fin “dal principio” (2) – Semplici “coincidenze”?

Nella prima parte abbiamo visto che nei primi cinque versetti della Bibbia, che sono ovviamente i primi cinque versetti del Pentateuco, chiamato “torah” dagli Ebrei, partendo dalla prima “t” e saltando 49 lettere, poi altre 49 e ancora 49 si trova proprio la parola “torah”.

Coincidenza fortuita? Potrebbe effettivamente essere una coincidenza fortuita. Ma quanto fortuita? Il primo capitolo della Genesi comprende all’incirca 930 lettere. Sono dunque possibili ben 142.758 sequenze di quattro lettere come quella di Torah: 924 sequenze saltando una sola lettera, 921 saltandone due, 918 saltandone tre e poi via via a scendere, fino a 6 sequenze separate da 307 lettere e 3 separate da 308 lettere. Quante sono le probabilità di scrivere una parola di quattro lettere (come “torah”, che in ebraico ha quattro lettere), partendo da dove casualmente si incontra la prima? L’alfabeto ebraico ha 22 lettere, dunque, dopo la “t”, c’è una probabilità su 22 di incontrare la “o”, una su 484 (22×22) di incontrare successivamente anche la “r“, una su 10.684 (484×22) di completare la parola con la lettera “h” (traslitterata in “ah”). Dunque è perfettamente normale che su 142mila combinazioni la cosa si verifichi. Anzi, dovrebbe verificarsi circa 14 volte! “Dunque, niente!” potranno gioire i nemici della Bibbia.

Il fatto però è che questa “coincidenza” è molto più circoscritta. Perché la sequenza non parte da qualunque punto del capitolo, ma dalla prima “t”, che guarda caso è l’ultima della parola che significa “in principio”. Cioè il modo più esplicito e univoco di “mandare un messaggio”. Questo riduce enormemente le combinazioni possibili: da 142.758 a sole 307: una dove si salta una lettera, una dove se ne saltano 2, e così via fino alla sequenza dove si saltano 308 lettere. Dunque c’è solo una probabilità su 34 che una sequenza, partendo dalla prima “t”, componga la parola “torah” (cioè le 10.684 combinazioni delle altre tre lettere diviso le 307 possibilità di realizzare la sequenza stessa).

Va poi aggiunto che l’intervallo di 49 lettere non è un intervallo qualsiasi, poiché 49 è uguale a sette volte sette. E sette è un numero importantissimo nella Bibbia: dai sette giorni della creazione alle sette chiese dell’Apocalisse, passando per i sette giorni che passano dall’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme alla sua risurrezione. Il numero 7 ricorre oltre trecento volte nella Bibbia, molto più di qualunque altro numero superiore al tre. Solo il 2 e il 3, di poco, ricorrono più volte, ma per motivi pratici. Non è come se la sequenza fosse stata sulle 19 o sulle 132 lettere. Possiamo ammettere che, oltre all’intervallo di 49, anche quello di 3, oppure 9 (in quanto 3 volte 3) o 7 o 12 sarebbe stato significativo. Dunque: possiamo dire che ci sono solo 4 possibilità su 10.684, come dire 1 su 2137, che partendo dalla prima “t” e saltando un numero simbolicamente importante di lettere (3 o 7 o 9 o 12 o 49) si formi la parola “torah”. Insomma, è già una bella coincidenza.

Ancora però dobbiamo rispondere alle obiezioni dei nemici della Bibbia, con cui abbiamo concluso la prima parte. Lo faremo nelle prossime puntate.

(2 – continua)

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