Membri di chiesa ridotti a 17.096. In nove anni -2502

Sul settimanale Riforma del 9 settembre 2016 Marco Rostan, molte volte deputato dal

Sinodo Valdese, parla ancora una volta del drammatico calo dei membri di chiesa: -637 nel solo ultimo anno. Nonostante la tendenza negativa sia in atto da decenni, si tratta di un’ulteriore anomalia: negli otto anni dal 2006 al 2014 c’è stato un calo di 1865 persone, cioè 243 all’anno.

Numeri preoccupanti, ma ampiamente superati nell’ultimo anno (si presume si tratti del 2015, anche se l’articolo dice 2014). Da una media di -1,2% all’anno, si è passati al -3% in un anno solo! In totale, la perdita dal 2006 al 2015 è di ben 2502 membri di chiesa: un numero impressionante, paragonabile solo alle grandi stragi di valdesi durante le persecuzioni. Gli storici infatti stimano il numero di valdesi uccisi in Calabria nel 1561 tra 600 e 6000, qualche migliaio nel Luberon nel 1545, forse 6000-7000 nel 1686, probabilmente un po’ di meno nel 1655. In percentuale la perdita è del 12,8: di ogni otto membri di chiesa del 2006, a fine 2015 ne restano meno di sette. Parlando di totali, i membri di chiesa sono passati da 19.598 del 2006 a 17.098 nel 2015. Forse solo alla fine del XVII secolo c’erano dati peggiori: dopo la peste del 1628-1630, e le grandi stragi del 1655 e 1686. Ma la vitalità spirituale ed ecclesiastica era ben diversa!

Questa volta, però, non sono le picche e le spade dei persecutori, non le spietate esecuzioni pubbliche a dissanguare le nostre comunità, ma qualcos’altro, meno cruento, ma non meno micidiale, anche perché i “sopravvissuti” non stanno certo molto bene, come si vede da tanti sintomi.

Le cause sono numerose.

La causa demografica. Se anche tutti i figli di valdesi diventassero membri di chiesa, ci sarebbe comunque un calo, perché in generale la popolazione italiana ha questa tendenza, certamente ancora più accentuata tra i valdesi, ma non certo ai ritmi che le cifre di Marco Rostan indicano. Potremmo anche dire che la tendenza generale a fare così pochi figli o a non farne affatto è già di per sé un segno di disagio anche spirituale e non è conforme all’insegnamento biblico. Se non altro perché quando si dice di trasmettere la memoria e la fede ai figli (ad esempio Esodo 12:26-27) si implica che si mettano al mondo dei figli.

La disaffezione giovanile. Di questi pochi figli, solo una parte diventa membro di chiesa: molti si perdono, non frequentano né la scuola domenicale né il catechismo. A volte questo è solo il sintomo del fatto che neanche i genitori sono più reali membri di chiesa (dunque i numeri reali sono ancora peggiori), per cui è naturale che neppure propongano più ai figli di frequentare queste attività. Altre volte lo propongono, ma – come è noto – l’esempio vale più delle parole e genitori che si disinteressano della loro chiesa non possono aspettarsi che lo facciano i loro figli. Ma ci sono anche i genitori che – come scrisse un padre in una accorata lettera a valdesi.eu – si chiedono cosa mai cercheranno di mettere nella testa ai loro figli, vedendo gli spropositi detti e scritti da tanti pastori e non. Difficile dar loro torto, anche alla luce dei risultati visibili che emergono dal catechismo, come quella incredibile “confessione di fede” espressa pochi anni fa dai confermandi di quella che fu la più grande comunità valdese: “Non sappiamo se Dio esiste, non crediamo ai miracoli…”.

Leonista

(prima parte – continua)

1 commento

  1. Come ho già avuto modo di commentare altrove, se la chiesa valdese è quella che è, predicazione e fede biblica ridotte al minimo, acquiescenza alle dottrine mondane, confessione di fede dimenticata (perchè biblica! sempre lì si torna) nulla di che meravigliarsi. Dispiacersi si, meravigliarsi no purtroppo.

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