La generazione del “dipende”…

Perfettamente inutile chiedere a un post-moderno in che cosa creda. Dipende…

In una sezione del sito web della chiesa valdese c’è una sezione dove vari pastori e insegnanti rispondono alle domande che pongono loro i visitatori. La sezione porta per titolo “una chiesa che risponde“, un titolo indubbiamente affascinante. Potrà, però, anche “rispondere”, ma oggigiorno è veramente da ingenui credere che una chiesa come quella, impregnata del post-modernismo che caratterizza la cultura contemporanea, possa dire in che cosa esattamente creda. Si può chiedere loro, per esempio, “Siete voi calvinisti?”, al che la migliore risposta che potrebbero dare è: “dipende”. Per i post-moderni, infatti le parole hanno un significato del tutto soggettivo e circostanziale e non corrispondono più ad alcuna realtà oggettiva. Essi “sono” se “si sentono” di esserlo o lo ritengono conveniente volta per volta… Essi vivono (e di questo se ne vantano) de “l’approccio critico” che caratterizza anche la concezione che essi hanno della stessa Bibbia; e pure le loro confessioni di fede (che un tempo definivano la loro identità) sono fluide e “interpretabili”, come tutto. Per loro anche le prese di posizioni su materie di etica sono circostanziali, relative, fluide come il sesso di una persona, cosa che credono secondo l’ideologia gender che sostengono. Dipende…

Questo vale non solo per “i valdesi” ma anche per gran parte degli evangelicali contemporanei. In una chiesa evangelica della quale pensavo di diventarne membro, una volta ho dovuto insistere perché mi mostrassero la loro confessione di fede. Al che il pastore, o chi per lui, dopo averla cercata, imbarazzato, in fondo ad un cassetto, me l’ha sporta, dicendomi, però che, dopo tutto, non contava molto, che “non avrebbe fatto problema” ciò in cui credevo a livello teologico (basta che io non avessi “creato problemi”). Oggi i più “vanno” in una chiesa “se li si sentono bene”, sono a loro agio, se il pastore o la gente “è simpatica”, se c’è della bella musica, se il rinfresco dopo il culto è buono, e non per quello che crede…

Già, perfettamente inutile chiedere a un post-moderno in che cosa creda. Dipende da come si sveglia al mattino, da come spirano i venti della cultura. Dire una “chiesa che risponde” è lo stesso che dire “una chiesa alla ricerca”. Non si sa bene cosa, ma loro cercano.. Meglio chiedere loro se dopo il culto intrattengono i fedeli con un buon caffé…

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