I violenti si impadroniscono del regno dei cieli – “A quale regno appartengo?”

“Dai giorni di Giovanni il battista fino a ora, il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono” (Matteo 11:12).

E’ Gesù a parlare, il Gesù mansueto ed umile, il quale ci indica il modo di impadronirci del regno… ci stupirà, ma quel modo è con forza e violenza!

“Quando vi mandai, senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa?” Essi risposero: “Niente”. Ed Egli disse loro: “Ma ora chi ha una borsa la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una” (Luca 22: 35,36).

Non è di forza fisica né di violenza umana né di spada affilata che parla il Signore, ma di fede incrollabile nella forza di Dio; di violenza nella decisione ferma e irremovibile di impadronirsi del regno, nel quale, per mezzo del sangue di Cristo, siamo stati dichiarati un regno e sacerdoti; vibrando una spada in difesa, ma anche in attacco per distruggere, per mezzo della Parola, ogni ragionamento che si eleva contro la conoscenza di Dio (2 Corinzi 10:5). Il regno quindi può essere conquistato in questo modo: diventando dei violenti contro sé stessi (Matteo 10:37,39); fino a subire, se necessario, anche la morte come fecero i nostri padri che persero tutto in questo regno visibile e terreno, per conquistare eternamente, con la loro costanza, il regno invisibile: quello celeste!

Il sentiero è ben tracciato dunque nella costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù (Apocalisse 14:12); e la testimonianza di Gesù (Apocalisse 12:17), fino ad essere violenti a tal punto da subire anche il martirio per la Parola di Dio e la testimonianza resa (Apocalisse 6:9).

Questo era “il sangue che scorreva nelle vene di nostri padri” che li faceva prendere posizione e reagire testimoniando apertamente.

Ora un altro tipo di sangue scorre nelle vene: il pacifismo interpretato in modo erroneo, come inerzia con il pretesto che se si reagisce si fa il gioco degli avversari. Si può parlare alle spalle e di nascosto dire di tutto, ma l’importante è non reagire! Vincere con quel che viene definito “amore”, ma è piuttosto ignavia e stoltezza che non avverte dell’imminente pericolo. Quel non giudicare che porta ad accettare ogni ideologia, anche la più contraria a Dio, come parte della verità.

Nel regno di Dio vincono i violenti; nel regno del principe di questo mondo i “pacifisti”. Per sapere come comportarsi, la domanda da porsi è: a quale regno appartengo?

Daniela

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