Grido d’allarme dei pastori Pasquet e Garufi.

Ecco cos’ha detto il pastore Claudio Pasquet, della commissione per l’evangelizzazione:

“Non credo che la visita del papa cambierà molto per la vita della nostra Chiesa”, scrive. “Avverto infatti insinuarsi nella nostra Chiesa un senso di rassegnazione alla secolarizzazione, che ci accomuna purtroppo a gran parte delle Chiese europee. Ogni anno le statistiche sinodali ci presentano un numero crescente di chiese dove scuole domenicali e catechismi sono ridotti al lumicino, se non inesistenti”.

“Etica, solidarietà e laicità: non credo di sbagliare dicendo che questi temi monopolizzano l’attuale dibattito all’interno delle Chiese valdesi e metodiste. Sono argomenti che sicuramente ci danno una certa popolarità, anche fra i radical chic, ma quanto incidono come predicazione dell’Evangelo? A volte leggendo la nostra stampa si ha l’impressione di leggere il bollettino di una serie di ONG di orientamento progressista, mentre l’esplicito e forte riferimento al Signore che ci spinge all’impegno resta sottinteso o non traspare”.

“Ci siamo vantati di non essere la Chiesa degli assoluti e della certezza, abbiamo detto che il dubbio è e resta fondamentale nella ricerca della fede, ma non abbiamo in questo modo assolutizzato il dubbio, mettendo in dubbio l’Assoluto? Grazia, speranza, resurrezione, giudizio di Dio, quanto sono rimasti al centro della nostra fede? Dobbiamo riappropriarcene nella nostra predicazione e nelle nostre riflessioni comuni. Chi oggi si interroga su Dio non ci chiede forse di affrontare una riflessione sulle cose ultime?”.

Ha fatto eco al pastore Pasquet, su “Riforma” del 30 luglio, Agostino Garufi:

“Come cristiani, sappiamo che la nostra missione essenziale è annunziare Gesù Cristo e il suo Evangelo anche a coloro che vogliamo beneficare nei loro diritti. Infatti, parafrasando le parole di Gesù (Mt 16, 26), se con la nostra azione sociale riuscissimo a far ottenere a tutti ogni bene terreno, che vero beneficio avrebbero se poi perdessero l’anima loro?”.

 

4 commenti

  1. Sono molto contenta e direi forse un po’stupita,(ma non del tutto) delle parole di Claudio…parole che danno un piccolo barlume di speranza, un così piccolo barlume ma sufficiente per rigarmi le guance di lacrime. Sarà solo un ennesimo miraggio?

  2. Fra le lacrime non ho visto gli errori… quanti errori e peccati commettiamo nella vita e non solo… certe volte prendiamo delle sbandate indescrivibili anche come Chiesa…Cristo ci chiama al ravvedimento al pentimento e alle lacrime e …a un ritorno sui nostri passi, sui sentieri antichi dei nostri Padri. Abbiamo delle testimonianze scritte sulla roccia della fede di coloro che si sono ricordati di noi, loro discendenti, lasciandoci appunto testimonianze scritte, Confessioni di fede indelebili, perché scritte nella storia, nella nostra storia dei valdesi; impossibile cancellarle, e ogni generazione, e ogni individuo del popolo che appartiene a Cristo può riscoprirle e viverle ed è come “ritrovarsi a casa”.

  3. 2 Corinzi 4.

    Perciò, avendo noi tale ministerio in virtù della misericordia che c’è stata fatta, non ci perdiamo d’animo, al contrario, abbiamo rifiutato gli intrighi vergognosi e non ci comportiamo con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma rendendo pubblica la verità, raccomandiamo noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio.
    Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio. Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù; perché il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre” è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.

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