Dalla laicità all’ateismo obbligatorio

Negli Stati Uniti il Primo Emendamento alla Costituzione dice che il “Parlamento non può approvare alcuna legge che costituisca instaurazione di una religione o che ne proibisca il libero esercizio”. L’emendamento impedisce al governo federale di creare o favorire una specifica entità religiosa o un sistema di credenze.

I gruppi di pressione ateistici hanno interpretato la prima parte di questo enunciato in modo molto estensivo. Alcune organizzazioni, in nome della laicità, intentano cause contro governi locali o enti pubblici per aver disposto delle croci in certe località o immagini nella Natività per il Natale. Affermano che tali atti costituiscono sostegno a uno specifico punto di vista religioso e dunque violano la Costituzione.

Simili accuse sono state portate avanti anche nel sistema scolastico dove sono stati stroncati tentativi di illustrare anche le criticità dei modelli evoluzionistici neo-darwiniani, oppure la teoria del “disegno intelligente”. Tale teoria viene contestata in quanto “religiosa” e gli istituti pubblici dove la si insegna sono accusati di violare il Primo Emendamento.

In Italia, la Costituzione non contiene affermazioni come quella contenuta nel Primo Emendamento, ma all’articolo 8 stabilisce che tutte le confessioni sono egualmente libere davanti alla legge e, all’articolo 19, che tutti hanno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma. Eppure emergono, o in nome della “laicità dello Stato”, concetto non contenuto nella Costituzione ma introdotto dalla Corte Costituzionale, o in nome del “rispetto per le altre culture”, specialmente in riferimento ai tanti immigrati musulmani, posizioni molto simili.

Interessante è l’esempio del Natale dove sempre più c’è ostilità o timidezza per tutto quanto faccia riferimento alla realtà del Natale. Ben maggiore tolleranza c’è invece per tutta la paccottiglia “natalizia” che nulla ha a che fare con il vero Natale: dunque il bambinello Gesù no, ma Babbo Natale sì, Giuseppe e Maria no, ma spumante e panettone sì, angeli no, ma renne e slitte sì.

Un atteggiamento, oltre a tutto il resto, anche ridicolo.

Ma è la stessa cosa che avviene in generale in ambito culturale. In realtà, non viene bandito qualsiasi convincimento non dimostrato, ma solo una visione che preveda l’esistenza e l’opera di un dio. Credere che Dio non esiste e che tutto è creato dal caso, senza una ragione e senza un fine, è un atto di “fede” almeno tanto quanto ritenere l’opposto.

In realtà, molti presunti principi enunciati da certi intellettuali, politici o religiosi non sono altro che uno strumento di potere per far prevalere se stessi o i propri convincimenti rispetto agli altri. Sono sostitutivi della prevaricazione attraverso l’uso della forza, senza avere una forza logica maggiore.

Si prende un valore, si pretende di interpretarlo o impersonarlo, e lo si usa come mero strumento di potere o prevaricazione. È stato fatto, e viene fatto tuttora, con tante cose, alcune anche in sé condivisibili: dalla “Patria” al “bene comune”, dal “riscatto del proletariato” al “progresso”.

È stato fatto anche con la religione, anche quella cristiana, non senza gravi crimini, spesso di cristiani contro cristiani, come ben sappiamo noi Valdesi. Non è una buona ragione per subire atteggiamenti del genere in nome della “laicità”, quando questa è semplicemente un imbroglio per imporre l’ateismo di Stato, a spese dei cittadini e addirittura per obbligo di legge al quale i bambini non possono essere sottratti. Nelle scuole statali non si deve imporre una religione ai bambini e ai ragazzi, ma neppure un atesimo di stato degno dell’era sovietica o una censura del fenomeno religioso. Insegnare che Dio non esiste e solo la materia esiste (e dopo Einstein sappiamo che la definizione di “materia” è molto in evoluzione) e poi dire che ci sono certi individui ingenui che hanno una religione e vanno benevolmente tollerati purché si tengano le loro convinzioni a casa loro e non ne parlino in ambito scolastico o politico, non è laicità, è ateismo di stato condito da ipocrita “tolleranza”. Ma è ciò che succede ormai regolarmente anche in Europa e certe chiese collaborano, in nome della dea Laicità. Appunto una religione che dice ipocritamente di non essere religione.

 

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