Ci scrive Lino Pigoni, Membro della Chiesa Metodista di Udine

Ci scrive Lino Pigoni, Membro della Chiesa Metodista di Udine

CONFESSIONE DI FEDE E LIBERTÀ.

1 – La Confessione di Fede è una delle pietre miliari che ci ricorda la nostra storia scandita da persecuzioni, galere, distruzioni. Le citazioni bibliche volevano dimostrare la fedeltà alla Parola.

Questa Confessione esaurisce il “che cosa crediamo come cristiani”? È la domanda che si poneva in carcere D. Bonhoeffer che scrisse di voler “esporre su che cosa dobbiamo credere in quanto cristiani”. Poi, riflettendo sul nostro tempo e sull’enigma di un mondo altro rispetto al passato giunse alla conclusione che la discussione si sarebbe dovuta porre in altri termini, appunto: “che cosa crediamo in quanto cristiani”?

La Confessione è la libera e franca articolazione di contenuti che la coscienza del credente, rinnovata da Dio-Spirito, desidera fare propria ed esprimere nella libera e responsabile testimonianza. Per l’articolazione dei contenuti mi affido alla preghiera, alla riflessione biblica, alla conoscenza di diversi percorsi di esegesi biblica e ricerca teologica.

2 – Citando dall’Appello al Sinodo: “Constatiamo inoltre che si affermano progressivamente interpretazioni sempre più personali …(si) nega pubblicamente la Trinità e la divinita…)! I dogmi sono costruzioni storiche che non necessariamente sono fedeli alla testimonianza dell’EvangeloPossono rappresentare una elaborazione storica contingente, o addirittura come un tentativo maldestro. Come tentativo maldestro mi sovviene il dogma dell’infallibilità del papa (1870). Se mi chiedo: come il papa divenne infallibile? L’interrogativo si “disvela” con la lettura dell’omonimo libro pubblicato dalla Claudiana.

Allo stesso modo mi chiedo, ma non da oggi: come il Dio UNO degli Ebrei e di “Gesù, ebreo di Galilea”( G.Barbaglio ) è diventato TRINO? Come procedendo dalle origini cristiane ed inoltrandosi nei secolo successivi Gesù diventa Dio da Dio, ecc. ecc.? Su questi interrogativi esiste una ricerca storica, esegetica, teologica condotta da studiosi cattolici romani e protestanti che fa parte a pieno diritto del pensiero cristiano dei nostri tempi. Propongono modi diversi di pensare il cristianesimo rispondendo alla volontà di una fede intellettualmente intellegibile e corente in rapporto ai nostri tempi. Ritengo che non si possano le ignorare le diverse cristologie, i contesti storici delle definizioni dogmatiche e per quali finalità esse sono state pronunciate ( es. Concilio di Nicea 325: eliminare le controversie cristologiche e le diverse scuole uniformando il credo delle chiese all’unità dell’impero secondo il volere di Costantino). Inoltre anche in riferimento alla Teologia del pluralismo religioso (anche nelle altre tradizioni religiose ci si può salvare) le formule dogmatiche vanno re-interpretate per ridire la fede riscrivendola nei linguaggi del nostro tempo. A questo proposito: “Se alcuni preferiscono il modo di procedere e le affermazioni della cristologia classica, sono liberi di attenervisi, ma accettino che si possano creare altre vie.” La fede cristiana, scrive F.Vouga, ha la libertà sovrana di pensare in modo critico e di procedere all’esame delle sue convinzioni”( André Gounelle, Parlare di Cristo, pag.21, Claudiana, 2008).

3 – Omosessualità: Credo che vi possano essere modelli diversi basati sull’amicizia, sull’amore che mettano in evidenza un importante pilastro della nostra cultura della relazione: la conoscenza delle differenze tra gli esseri umani e il rispetto di tali differenze come base del vivere comune. Di conseguenza è importante per me, come cristiano, accogliere le diversità che “si conciliano” in modo diverso dal mio e rallegrami che fioriscano nelle loro esistenze forti legami di dedizione reciproca e di amore. Vorrei che la mia chiesa fosse sempre per il rispetto e l’accoglienza delle diversità accompagnandole con una “amicizia forte forte”, cioè una benedizione.

Lino Pigoni

Membro della Chiesa Metodista di Udine

 

RISPONDIAMO: UNO È LIBERO DI NON CREDERE NELLA TRINITÀ, MA NON PUO’ PRETENDERE DI ESPRIMERE LA POSIZIONE VALDESE

Pubblichiamo questo intervento, che evidentemente non esprime la linea di questo sito. Sottolineiamo qualche punto.

Sul punto 1. Il suo insistere sul fatto che la Confessione di Fede è una “libera articolazione di contenuti” e che il credente desidera farla propria “nella libera testimonianza” sembra intendere che si può benissimo pensarla diversamente. Certo che si può: ma non pretendendo di esprimersi a nome o addirittura in quanto Chiesa Valdese. Uno è anche libero di pensare che il Corano contenga la vera Parola di Dio e noi difendiamo il suo diritto a dirlo. Ma non può pretendere di essere ancora cristiano.

Sul punto 2. Questo punto è coerente con il precedente: “La Confessione di Fede sostiene la Trinità e la divinità di Cristo ? Chi se ne importa ! Se è per quello la Chiesa Cattolica crede nell’infallibilità del Papa.”

Ma se uno non crede nella Trinità, ha già la sua casa nella Chiesa Unitariana, presente anche in Italia. Generalmente i suoi pastori si mantengono con un altro lavoro e ciononostante sono spesso valenti predicatori, sia pure eretici. Perché voler stravolgere invece l’identità di una Chiesa che unitariana non è mai stata ? Comunque, se non è d’accordo con la Confessione di Fede del 1655, più che scrivere a noi, deve farsi valere presso la dirigenza e il Sinodo della Chiesa Valdese (magari con un appello!), che pubblica la Confessione tra i documenti fondanti della Chiesa, la pubblica sul sito internet ufficiale sotto il titolo “cosa crediamo”, la fa sottoscrivere dai pastori consacrati. Noi riteniamo che faccia molto bene a farlo. Dove abbiamo qualche dissenso è che queste sottoscrizioni e pubblicazioni per qualcuno non contino nulla e ciò non disturbi chi dovrebbe vegliare sul buon andamento della Chiesa.

3) C’è una differenza tra “amicizia forte forte” e una benedizione. Con un amico vero resterò probabilmente amico anche se fa cose cui sono profondamente contrario. A un figlio, poi, sarò sempre vicino, qualunque cosa faccia. Cosa diversa è “benedire” qualunque atto che il mio amico o mio figlio faccia.

 

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