Chiesa Valdese e Metodista: le origini della crisi (2). Una unione senza successo

Proseguiamo la pubblicazione dell’articolo di Giuseppe Rai

Ricordiamo tutti la promessa fatta da Dio ad Abraamo, di fare di lui il padre di una discendenza così numerosa da non potersi contare. Però Abraamo, che era ormai vecchio e che col passare del tempo stava perdendo la fiducia nella promessa di Dio, pensò di dovere (o potere) lui fare qualcosa per salvare la situazione, così visto che sua moglie Sara era già avanti con gli anni e incapace di procreare, pensò di concepire un figlio con Agar, la sua giovane serva, e dopo un po’ ecco che nasce Ismaele, il figlio della carne. Dio però aveva ben altri progetti e dopo aver lasciato che Abraamo si rendesse conto del suo ingenuo errore o della sua mancanza di fede, ribadisce che il figlio della promessa doveva nascere da Sara, sua moglie, e non dalla serva. A tempo debito nacque Isacco, il figlio della promessa, anche se Ismaele rimase e Dio, per amore di Abraamo, riservò anche a lui un futuro.

Possibile ritratto di Claudio, vescovo di Torino (775?-840?) considerato dai valdesi, fino almeno al XIX secolo, parte della storia valdese. Di qui il nome dell’editrice valdese Claudiana

Quanto oltre mezzo secolo fa le due Chiese (Valdese e Metodista) cominciarono a rendersi conto che il loro futuro era incerto a causa del calo di vocazioni, sentivano di dover trovare una soluzione, ma quella che hanno poi trovato, il Patto d’Integrazione, era tutta umana, come quella di Abraamo con Agar, e il Patto che ne è nato ha generato Ismaele e non Isacco!

La Chiese Valdese e quella Metodista, pur condividendo alcuni aspetti, in altri sono molto diverse e sono proprio queste diversità che lungi dall’arricchire le due chiese, come sperato gli autori del Patto, hanno invece finito per contribuire a spegnere entrambe, condannandole ad una lenta e inesorabile agonia.

La Chiesa Valdese, la più antica Chiesa Evangelica, che ha aderito alla Riforma, ma che di fatto l’ha preceduta di tre secoli, è sempre stata una “Chiesa di popolo”; la potremmo definire un Israele in chiave Cristiano-protestante; perseguitata, peregrina tra Italia, Svizzera e Francia, ha la sua forza proprio nella sua identità di Popolo-Chiesa. L’evangelizzazione non è mai stata una delle sue principali vocazioni, anche se ci sono state conversioni nel corso dei secoli, i Valdesi erano assai più attenti a conservare la loro fede/identità di piccolo popolo eletto. Potremo dire che Valdesi si nasce… la sua teologia è quella Calvinista, e con questo abbiamo spiegato chi sono i Valdesi.

La Chiesa Metodista, nata nel settecento da una costola della Chiesa

John Wesley (1703-1791), fondatore della Chiesa Metodista, benché la sua intenzione fosse quella di dare nuovo vigore a quella anglicana

Anglicana, in Italia è arrivata come chiesa missionaria nell’ottocento; evangelizzare gli ultimi è stato da sempre la sua missione e la sua forza. Quella Metodista è una tipica chiesa del risveglio e anche la sua teologia originaria risente molto del percorso di santificazione individuale e della grazia, nel senso Arminiano del termine.

In sostanza la storia delle due chiese ha ben poco in comune, se non il fatto che entrambe in Italia sono state unite dal comune antipapismo di risorgimentale memoria, e da uno schieramento politico dei loro membri nelle correnti massoniche nell’anteguerra e nella sinistra italiana nel secondo dopoguerra.

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