Che succede? Cinque nuovi pastori che si presentano con parole ineccepibili – “Non dormiamo… Provate ogni cosa, ritenete il bene”

(Continua dalla prima parte)

Non si può non chiedersi come possano nella stessa facoltà convivere principi e modi di pensare alla Bibbia come quelli che si incontrano nelle presentazioni dei cinque consacrandi pastori nel prossimo Sinodo Valdese con ciò che abbiamo letto ormai da anni provenire dalla Facoltà di Teologia. Come interpretare – ad esempio il granitico sola Scrittura di uno di loro quando la pastora Bonafede da moderatora ha affermato che le benedizioni alle coppie omosessuali sono “bibliche al cento per cento”? Come è possibile   che le stesse persone, cioè i docenti della Facoltà e il corpo pastorale ritengano idonei al pastorato sia chi afferma di fondarsi sul sola Scrittura, sia chi ritiene ineccepibile affermare che Gesù credeva o fingeva di credere a menzogne (e le menzogne sono importantissimi passi biblici) e che brani evangelici sono inventati di sana pianta per ragioni di propaganda?

Insomma: i cinque consacrandi pastore la pensano come nelle loro belle autopresentazioni o no? La domanda, specie oggi nel giorno della loro consacrazione, sembra ed è irriguardosa e avremmo preferito non avere gli elementi per porla. Ma la pone la realtà dei fatti.

In primo luogo: preghiamo perché i candidati pastore che hanno dichiarato amore per Dio e per la sua Parola siano all’altezza delle loro affermazioni.

In secondo luogo: “non dormiamo come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri Provate ogni cosa, ritenete il bene” (I Tessalonicesi 5, 6 e 21).

Una risposta alla nostra domanda può stare nel modo molto particolare di ragionare che troviamo da parte di alcuni teologi. Ci torniamo presto, ma per ora suggeriamo la lettura della risposta del pastore Alessandro Esposito ai nostri articoli sul suo ritenere “ineccepibile” che Gesù crede o finge di credere a menzogne. E suggeriamo anche l’ascolto di una trasmissione radiofonica sull’Antico Testamento, cui partecipava il professor Daniele Garrone, uno dei “big” della Facoltà valdese di teologia.

Temiamo infatti che, in un certo modo di pensare, si possano tranquillamente dire cose “apparentemente” contraddittorie.

(seconda parte – continua)

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