Una fede radicale

Gesù dice: “Se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati” (Giovanni 8:24). In italiano questa frase è indubbiamente enigmatica.

Alcune versioni aggiungono: “Se non credete che io lo sono” [quello che ho sempre detto e dimostrato d’essere] o “…che io sono Lui” [vale a dire l’eterno ed immutabile Io sono, in altre parole, Dio, venuto per la vostra salvezza].

È decisivo per la nostra vita rapportarsi con fede ubbidiente al Signore e Salvatore Gesù Cristo riconoscendolo per quello che Egli dice di essere. Da Lui dipende il nostro destino. Ignorarlo, o peggio, opporvisi, significa esporci a patire inesorabilmente e senza rimedio le conseguenze temporali ed eterne dei nostri peccati, dalle quali Egli è stato inviato per salvarci. Il credente accoglie Gesù riconoscendo la verità di tutto ciò che la Bibbia dice di Lui.

Egli è l’eterno Figlio di Dio, manifestato in carne, il vero ed unico Salvatore del mondo e mediatore fra Dio e uomo.

Egli è il capo della Chiesa. Egli è il Profeta, il Sacerdote ed il Re per eccellenza: non ce ne sono e non ce ne saranno altri. 

Egli sarà il solo Giudice dei vivi e dei morti. Egli è la luce del mondo per eccellenza. Certo, tanti ipocriti possono dire di “credere” a tutte queste cose e non c’è nessun altro più del diavolo che “creda” a queste verità.

Essi, però, evidentemente, non applicano queste persuasioni alla loro stessa vita. La vera fede non è qualcosa di “generale”.

Una fede “vaga” non basta.  Credere significa rinunciare consapevolmente ad ogni pretesa di essere da noi stessi “a posto” davanti a Dio, come pure ad ogni altra cosa o persona che riteniamo utile a salvarci, per confidare in Lui soltanto.

Fede significa di tutto cuore affidarci a Lui per seguirlo incondizionatamente. . 

La vera fede si manifesta nell’amore non finto verso di Lui ed il prossimo. La vera fede è accompagnata da frutti di giustizia e da una gioiosa ubbidienza ai comandamenti ed alle ordinanze di Cristo.

 

Past. Esteban Janavel-Gignous

3 commenti

  1. Forse non avete capito che siamo fratelli di fede e di sangue nello stesso Signore nostro “vero” Padre

    che condividiamo le stesse cose

    la nostra stessa esistenza

    le nostre stesse difficoltà

    la nostre stesse ingiustizie

    le nostre paure

    le nostre gioie ed i nostri dolori

    le nostre speranze

    “Speranza, non è che tu venga, verresti e sarebbe speranza”.

    ANDAI NEI BOSCHI PERCHÈ DESIDERAVO VIVERE CON SAGGEZZA PROFONDA SUCCHIANDO TUTTO IL MIDOLLO DELLA VITA PER VEDERE SE FOSSI STATO CAPACE DI VEDERE QUANTO ESSA AVEVA DA INSEGNARMI, E PER NON SCOPRIRE IN PUNTO DI MORTE CHE NON ERO VISSUTO.

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