Riflessione sulla famiglia (2) – La modificazione del principio naturale

Una trasmissione prodotta e trasmessa da TV2000, la televisione della conferenza episcopale italiana, insieme a parecchi altri segnali, ci dice che la Chiesa Cattolica, almeno in certe sue espressioni in Italia, ha ormai fatto grandi passi e sulla questione omosessuale e molto vicina ormai alle posizioni della Chiesa Evangelica Valdese ufficiale: riconoscimento delle unioni omosessuali come famiglia, uso equivoco e fuorviante della parola “amore”, la rivelazione della propria omosessualità descritta con la positiva intensità che un tempo si riservava alla conversione a Cristo, con l’omosessualità intesa come tratto essenziale della persona e come attuazione dell’evangelico “amatevi gli uni e gli altri come io vi ho amati”, presunta necessità di adeguarsi ai tempi e così via. Qualche frase significativa: “Dio mi diceva che mi amava così come ero”, “il padre spirituale del mio compagno, padre Giuseppe, da subito ci ha accompagnato e ci ha messo a disposizione spazi e accoglienza”, “il Signore ama tutti”, “queste persone (gli omosessuali) possono rivelare a me aspetti del Signore che ancora non conoscevo”, “(probabilmente) sono famiglia”, “la mia omosessualità mi ha aiutato nel mio cammino di fede”, .

Che dire? Anche la storiografia valdese ufficiale ammette quasi 850 anni di separazione dei valdesi dai cattolici romani, fino a metà del XIX secolo eravamo convinti di risalire al vescovo Claudio, 1200 anni fa, secondo Calvino l’ultimo papa buono fu Gregorio Magno, 1500 anni fa, e una tradizione valdese parla di Leone, fedele alla Scrittura, che sarebbe venuto nelle Valli all’epoca di Costantino, 1700 anni fa, e altre parlano degli apostoli Paolo e Giacomo che avrebbero fatto lo stesso. In ogni caso, molti secoli in cui non abbiamo potuto accettare certe degenerazioni della chiesa di Roma, che si possono semplificare in una singola cosa: il suo allontanamento dalla Bibbia, da cui deriva tutto il resto, attraverso la dottrina per la quale la volontà di Dio non si manifesterebbe attraverso la Sola Scriptura, ma anche attraverso la tradizione. Di qui il culto di Maria e dei santi, la salvezza anche attraverso le opere e tutto il resto. Ora, in nome dell’ideologia del tutto mondana, del tutto frutto delle incrostazioni culturali del nostro secolo, del tutto anti-biblica dell’omosessualismo e del ‘gender’, tutto questo è superato. E la Chiesa Evangelica Valdese ha il triste primato di essersi piegata a questa sorta di nuova religione qualche anno prima di Roma, che però sembra lanciata a recuperare tutto il distacco, per l’impulso di Jorge Bergoglio. E quello che Bergoglio non dice, glielo si fa dire: un suo accenno alla parabola del fariseo e del pubblicano – in quella trasmissione – viene utilizzato in chiave pro-omosessuali. Certo, la Chiesa Cattolica Romana non è ancora arrivata alle benedizioni liturgiche delle coppie gay, le case editrici cattoliche non pubblicano ancora libri intitolati con bestemmie ‘gender’, ma molto è già stato fatto. E molti sono i punti in comune: anche l’omosessualismo cattolico, come quello valdese, usa ampiamente l’ambiguità (emblematico il famoso “chi sono io per giudicare” del vescovo di Roma, che lasciava spazio ad ogni interpretazione), e anch’esso preferisce disapplicare i documenti dottrinari, persino contrastarli apertamente, piuttosto che onestamente cambiarli. Il catechismo cattolico non è cambiato, come non è cambiata la confessione di fede valdese, ma nella pratica vengono ignorati, o addirittura contrastati.

Sotto la spinta di questa ideologia anti-biblica, scompare la differenza tra Sola Scriptura e la posizione cattolica, che alla Scrittura affianca la tradizione, al punto che in molti punti la Scrittura stessa viene chiaramente contrastata. Scompare in nome del principio Contra Scripturam e della sostituzione di Dio e della sua Parola con le ideologie di moda e delle proprie pulsioni.

In questo, il sovvertimento del messaggio biblico doveva essere molto più facile in ambito cattolico che già mette la Bibbia in secondo piano, dietro l’autorità del clero (e di questo non mancano gli esempi in tanti secoli), ma tanti sedicenti protestanti, tra cui i valdesi istituzionali, hanno fatto molto di più: con il pretesto della “interpretazione”, della liberazione della Scrittura dalle “incrostazioni”, si sono prima attribuiti un potere superiore a quello del clero per poi rinnegare la Scrittura stessa. Con ciò rinnegando la loro fede, la loro chiesa, la storia dei loro padri.
Arriviamo così al nostro tempo e alla nostra società del XXI secolo. Certamente di cambiamenti (progressi) negli ultimi cinquant’anni ce ne sono stai tanti, forse più che in tutti i precedenti seimila anni, e questo ha richiesto e richiede tuttora una serie di aggiustamenti, sempre più rapidi, delle norme sociali che regolano la nostra vita comune, poiché l’equilibrio è costantemente alterato proprio da queste “novità” che irrompono nella vita degli uomini, e tuttavia sarebbe un errore molto grave volere arrivare ad un nuovo equilibrio, modificando quei principi fondamentali che ci sono stati dati nella Bibbia, che sono stati provati validi nel corso della plurimillenaria civiltà umana e che, soprattutto, si sono rivelati insostituibili, pena patire gravi danni, ogni qualvolta qualcuno ha cercato di ignorarli.

La famiglia naturale (uomo, donna e prole da essi generata) qualunque sia la disciplina legale che la certifichi, che ovviamente varia in ogni legislazione, è e rimane uno di questi “principi fondamentali” della società umana che sono alla base della sua stessa esistenza. Anche dove si è cercato di modificarne il ruolo di cura/educazione della prole, si è arrivato ad un disastro sociale, a vere e proprie aberrazioni, di cui il nazismo con il suoi “lebensborn” (centri di procreazione/educazione dei figli concepiti dalle SS con giovani donne ariane secondo il metodo dell’eugenetica) è stato solo uno dei più recenti.

Nessuna società umana in passato era però arrivata a modificare il principio naturale dell’unione tra un uomo e una donna, legalizzando l’unione tra due persone dello stesso sesso, riconoscendogli la stessa consistenza di una famiglia e, benché innaturale e improduttiva di prole (e quindi destinata a portare all’inevitabile estinzione della specie umana), incuranti delle drammatiche conseguenze negative (psicologiche) che possa avere sull’educazione della prole, accettando l’ideologia “gender” come qualcosa di eticamente e geneticamente sostenibile.

A qualunque scienziato non ideologico, ma anche ad ogni uomo e donna di buon senso, questo dovrebbe apparire subito un’aberrazione, persino peggiore dei lebensborn nazisti, un tentativo assurdo di modificare uno dei principi naturale della società umana, nonché, per i credenti, una chiara violazione dei principi etici della Bibbia (ma questo vale anche per l’Antico Testamento Ebraico e per il Corano dei Musulmani!), mentre in molti casi sono proprio alcune Chiese Protestanti Storiche, che, in pieno contrasto con la volontà di Dio, “benedicono e auspicano” un nuovo tipo di famiglia (vedasi Documento Sinodale sulla famiglia) basata su un qualunque tipo di legame, purché “stabile e duraturo”, anche con persone dello stesso sesso, in nome di un nuovo equilibrio sociale resosi necessario proprio dall’evolversi della società.

Ancora più sconcertante il fatto che queste Chiese giustifichino questa palese violazione della volontà di Dio, in nome di un malinteso senso dell’amore di Dio per tutte le sue creature, e chiaramente incuranti delle ricadute negative che un tale modello di famiglia comporterebbe, sia dal punto di vista etico, sia sociale, se dovesse diffondersi nella società umana.

Ci possiamo soltanto augurare che un tale cambiamento, semmai dovesse davvero affermarsi, sia limitato ad un ristretto ambito umano (come lo furono i metodi di Sparta o quelli dei Nazisti) e che i danni che esso inevitabilmente provocherà, siano riassorbiti da un conseguente annichilimento delle società dove un tale modello di famiglia si dovesse imporre, mentre nel resto della società umana, ancora avversa a questo tipo di mutamento (grazie a Dio), rimanga la solida concezione di famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna.

Di sicuro non ci può tranquillizzare, specialmente come credenti evangelici, che a sostenere questa nuova visione di famiglia siano proprio le Chiese Protestanti Storiche dell’Occidente (contro la maggioranza delle Chiese Evangeliche del resto del mondo, va detto), mentre a sostenere il modello classico di famiglia naturale (oltre alle Chiese Evangelicali e a quella Cattolica Romana), siano principalmente i governi di quei paesi dove prevalgono concezioni religiose molto più fondamentaliste (esempio Islam) che non sempre rispettano la libertà religiosa degli altri, e tuttavia qui è a rischio non solo la fede Cristiana, ma la stessa idea di società basata sui valori cristiani, che privata del modello base, del pilastro della famiglia tradizionale, rischia di sfaldarsi in una deriva libertina e perversa (le Sodoma e Gomorra bibliche ammoniscono e insegnano).

Nikodemos

(seconda parte – continua)

1 commento

  1. Bisogna considerare i vantaggi economici che le grandi Chiese storiche pensano di trarre.In fondo in fondo la Riforma e`nata per una questione di quattrini.Possiamo solo sperare che Dio ci mandi un nuovo riformatore che riunisca i cristiani confessanti

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