Lettura biblica e predicazione di domenica 15 marzo. “Nel giudicare Gesù emettiamo un giudizio contro noi stessi e si decide il nostro destino eterno”

Strano. Proprio in un’epoca come la nostra dove nessuno vuole essere giudicato, sono popolari trasmissioni televisive dove sono presentate cause civili e penali (come fiction o realtà) e gli spettatori diventano la giuria popolare che dibatte un caso e emette la sentenza. A che cosa testimonia questo della natura umana? Nel periodo precedente la Pasqua (ma non solo) la predicazione cristiana presenta un processo ed una condanna, quello che aveva avuto per protagonista Gesù di Nazareth e chi lo ode è chiamato ad emettere un verdetto. Non è un intrattenimento perverso, perché nel giudicare Gesù emettiamo un giudizio contro noi stessi e si decide il nostro destino eterno! Non sorprende che la cosa “dia fastidio” a molti. È “la follia” della predicazione cristiana che innalza “lo scandalo” di Cristo in croce come strumento ultimo di salvezza o di perdizione. “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:14,15) è il testo biblico oggetto della nostra riflessione questa domenica. http://riforma.net/index.php?title=Studi_biblici/Giovanni_3:14-15

 

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