Nel culto del Sinodo Valdese si scopre la “voce profetica” nell’attaccare il Governo

Nella predica di apertura del Sinodo valdese, di Emanuele Fiume, ispirata dal testo di Isaia 59 (https://goo.gl/4ksRLG): “La verità soccombe sulla piazza pubblica: Dove sei Signore?” [nostri commenti in parentesi quadre] abbiamo ascoltato:

(1) un attacco al governo italiano e a Salvini in favore dei migranti. “Peccato culturale > peccato cultuale > peccato sociale”. L’attuale situazione è considerata “buio pesto”, “magma appiccicoso”. Questo attacco è considerato: “la risposta profetica che una chiesa fedele deve dare”;

(2) menzione delle comunità locali valdesi sempre meno frequentate e l’urgenza di “predicare nelle piazze”, come pure sempre di più cristiani che non intendono essere più coinvolti in comunità locali [Non ci si chiede perché o lo si giustifica].

(3) La catechesi (la formazione) deve tornare a caratterizzare tutta la vita della chiesa, anche il culto [come a dire:”La nostra propaganda è stata inefficace a condizionare il nostro uditorio e la società”. E poi: con quali contenuti? Così come l’appello al’evangelizzazione, ma con quali contenuti, quelli “riveduti e corretti” secondo gli slogan e l’ideologia corrente rivestita di parole bibliche?].

In generale stiamo considerando come la voce della Chiesa Valdese abbia trovato ora la sua “raison d’etre” (dato che fin ora aveva più ben poco da dire) come presunta “voce profetica”: scagliarsi contro il governo italiano e ventilare tutto il suo disprezzo verso la maggioranza della popolazione che l’ha eletto. Lo fa però, al solito, come succursale del PD (ed affonderà con esso). Si dimostra così quello che già avevamo messo in rilievo in altra sede: la Chiesa Valdese (pur non essendo la sola…) è una chiesa di irresponsabili al servizio dei mondialisti di Soros, fiancheggiatrice della sinistra politica, che abusa della fede cristiana e che cita a sproposito, sfruttandoli, versetti biblici fuori contesto.

Paolo Castellina

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