LA MISURA E’ COLMA di Paolo Castellina (3a parte)

L’appello di Apocalisse 18
La caduta di Babilonia è certa, a nulla vale il suo orgoglio e vanagloria: “Dopo queste cose, vidi scendere dal cielo un altro angelo che aveva una grande potestà; e la terra fu illuminata dalla sua gloria. Egli gridò con forza e a gran voce, dicendo: «È caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata una dimora di demoni, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole” (1,2).

Questa potrebbe pure essere una valida descrizione della moderna “chiesa liberale” che, equivocando l’Evangelo, apre “porte e finestre” indiscriminatamente a tutti proclamando con fierezza “tutti sono benvenuti”. Parlano di “accoglienza” ma dimenticano (?) che essenziale per l’Evangelo è il ravvedimento da tutto ciò che Dio considera peccato e la graduale santificazione morale e spirituale. Cristo certo accoglieva tutti, ma in vista del loro cambiamento, non “santificando” e “benedicendo” la condizione di chi a Lui giungeva (come vorrebbe fare la “chiesa liberale”). Ecco così che in quella chiesa entrano pure “demoni” e “spiriti immondi”, “uccelli immondi ed abominevoli” che non mancheranno di condizionare loro quella chiesa. Persone inconvertite entrano così persino nei consigli di chiesa e salgono sul pulpiti (e vengono fatti persino sedere alle cattedre delle facoltà di teologia!) alterando (a loro immagine) proprio la chiesa che li aveva così accolti.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino dell’ardore della sua fornicazione, i re della terra hanno fornicato con lei e i mercanti della terra si sono arricchiti a motivo del suo sfrenato lusso” (3).

La “chiesa liberale” indubbiamente “fornica”. Essa non solo tollera gli abusi della sessualità umana chiamandoli “amore”, ma spiritualmente si vende (si prostituisce) alle ideologie mondane più popolari ricevendone in cambio onori e quattrini. Tale chiesa, compiacendo il mondo, crede di “evangelizzare”, mentre, in realtà preserva la vita delle sue istituzioni riempiendole di “filistei” con i quali volentieri “fa commercio”. È così che i veri credenti sono emarginati e si sentono sempre più stranieri in quella che dovrebbe essere casa loro. Che dovranno fare in una situazione di questo tipo? Il Signore lo dice nel versetto seguente:

Poi udii un’altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio, affinché non abbiate parte ai suoi peccati e non vi venga addosso alcuna delle sue piaghe” (4).
Può essere molto spiacevole e perfino ingiusto lasciare una chiesa in cui si hanno magari tradizioni familiari consolidate e bei ricordi, lasciare locali di culto pagati anche con i propri contributi, ma quella non è più la chiesa che avevano conosciuto; è stata occupata da estranei che sono riusciti a prenderne la direzione. Che fare? Tacere? Resistere? Lottare? Certo, …finché si può fare e te lo permettono. Tutto questo, però, sfibra ed è spesso frustrante. “Tanto non ti ascoltano, ti deridono, continuano imperterriti…”. Il Signore allora chiama i Suoi fedeli, il Suo vero popolo ad “uscire da Babilonia” e ricominciare da capo, con altri presupposti, i Suoi! La chiesa corrotta sarà svergognata e condannata da Dio stesso, ma in essa non vi saranno più chi davvero appartiene a Cristo.

(continua)

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