Il Sinodo dirà che omosessualità è “famiglia”. Abbandonato il fondamento biblico, ci si basa su documenti politici, giuridici e “scientifici” (1)

Il bel vantaggio di avere un Sinodo in maggioranza non eletto è che si può sapere già prima che cosa deciderà. Infatti, l’antropologa Paola Schellenbaum, nell’articolo principale dell’ultimo numero di Riforma, dal titolo “La famiglia cambia, cambino le leggi”, annuncia che la “commissione famiglie” presenterà al Sinodo un documento che “andrà nella direzione” indicata da organismi politici internazionali e cioè del “riconoscimento legale delle unioni civili” (non c’è neanche bisogno di dire che si tratta di unioni omosessuali) che vanno “sostanzialmente allineate al matrimonio”.

Già è interessante leggere che la commissione, di cui la Schellenbaum pare far parte, poiché dal sito ufficiale della Chiesa Valdese sappiamo che è “composta da tre pastori, un’antropologa e un giurista”, ora si chiama “commissione famiglie”, mentre quella ufficiale pare (usiamo sempre formule dubitative perché, come sappiamo, la trasparenza è sempre scarsa e le regole molto ballerine) essere ancora “Commissione famiglia, matrimonio e coppie di fatto”. Il passaggio da “famiglia” a “famiglie” indica ovviamente il nuovo articolo di fede, per il quale esistono “una pluralità di famiglie”, nel senso che una coppia omosessuale è anche famiglia. Chi abbia autorizzato tale nuova denominazione ovviamente non è dato sapere: dovrebbe essere il Sinodo che l’ha istituita, ma le regole e il Sinodo stesso, sono ormai considerate un fatto decorativo. E’ chiaro però che la commissione ha un compito unilaterale e non ha nessuna intenzione di ascoltare le voci di coloro che sono contrari alla deriva recente, come ad esempio le comunità valdesi cosiddette “multietniche”, che anzi proprio la commissione aveva definite come affette da “omofobia ancestrale”, evidenziando un razzismo che cova sotto la cappa del politicamente corretto.

Il lavoro della “commissione famiglie” è molto importante perché si propone l’annientamento del Documento sinodale sul matrimonio del 1971, considerato “ormai obsoleto”, in quanto basato sulla Scrittura. Abbiamo anche letto dei maldestri tentativi di dimostrare che anche la Bibbia “relativizza la famiglia”, peraltro ad opera proprio del presidente della commissione famiglia/famiglie. È perciò quasi da prendere con sollievo che la Schellenbaum non azzardi citazioni bibliche, ma – come è ormai consueto – consideri come autorità sulla cui base la Chiesa dovrebbe prendere le decisioni cose del tutto mondane: la corte di Strasburgo, il Parlamento europeo, la presidente della Camera Laura Boldrini, un saggio antropologico, e un libello scritto nella forma di una “lettera al Papa”. (continua)

2 commenti

  1. Mi sono da tempo allontanato dalla chiesa valdese proprio per queste preoccupanti derive socio-politiche dell’Intelligencija “ufficiale” valdese che ha iniziato, negli oscuri anni settanta, a dire chi bisognava votare, per arrivare, oggi, a dire cosa bisogna pensare. Da sempre noi valdesi ci distinguiamo dagli altri per la libertà di coscienza nelle nostre azioni, guidate da principi non interpretabili legati indissolubilmente alla nostra storia e alla nostra fede. Prendere certe posizioni assolute da parte di organi non eletti come il Sinodo è di una gravità inaudita. Valdo si rigirerebbe nella tomba. Interpretare poi la Bibbia a proprio uso e consumo gettando alle ortiche la sacralità dell’unione tra uomo e donna mettendola sullo stesso piano di altre forme di convivenza PRETENDENDO DI PARLARE A NOME DI TUTTI I VALDESI è davvero l’ultima goccia. Un saluto a voi che vi opponete a chi cerca di impadronirsi dell’identità valdese piegandola al proprio volere. Spero, un giorno, di vedere mia figlia battezzarsi all’interno della chiesa valdese, ma per ora, questi deliri di onnipotenza dell’oscura Intelligencija valdese suscitano solo sinistri ricordi, soprattutto quando questi signori si permettono di mandare anatemi degni della peggior Inquisizione a chi non la pensa come loro. Lux Lucet In Tenebris

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