IL RITORNO DI ISRAELE NELLA SUA TERRA NEL CULTO INAUGURALE DEL SINODO VALDESE

Ma, per l’8 per mille valdese, la Galilea non è Israele

La prima delle due letture bibliche del culto inaugurale del Sinodo Valdese a Torre Pellice era Deuteronomio 30:1-20. Ecco alcuni versetti:

1 «Così, quando ti saranno venute addosso tutte queste cose, la benedizione e la maledizione che io ti ho posto davanti, e tu le richiamerai alla mente fra tutte le nazioni, tra le quali l’Eterno, il tuo DIO, ti avrà scacciato, 2 e ritornerai all’Eterno, il tuo DIO, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, secondo tutto ciò che oggi ti comando, 3 l’Eterno, il tuo DIO, ti farà ritornare dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali l’Eterno, il tuo DIO, ti aveva disperso. 4 Anche se fossi stato scacciato all’estremità del cielo, l’Eterno, il tuo DIO, ti raccoglierà di là e di là ti prenderà. 5 L’Eterno, il tuo DIO, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri possedettero e tu lo possederai; ed egli ti farà del bene e ti moltiplicherà più dei tuoi padri… 9 L’Eterno, il tuo DIO, ti farà prosperare grandemente in tutta l’opera delle tue mani, nel frutto del tuo grembo, nel frutto del tuo bestiame e nel frutto del tuo suolo; poiché l’Eterno si compiacerà di nuovo nel farti del bene, come si compiacque nel farlo ai tuoi padri, 10 perché ubbidirai alla voce dell’Eterno, il tuo DIO, osservando i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge, perché sarai ritornato all’Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima.

Un passo forte e ricco di significato per tutti, ma senza alcun dubbio anche e soprattutto una delle più chiare tra le numerose (se ne contano circa duecento letterali oltre ad altre metaforiche) profezie sul ritorno del popolo d’Israele nella sua terra. Tra i teologi alla moda va forte però la teoria secondo la quale questo passaggio sarebbe stato aggiunto al libro del Deuteronomio dopo il ritorno dall’esilio a Babilonia. Sarebbe insomma la falsa profezia di un fatto già avvenuto quando viene scritta. Insomma: un imbroglio. Altro che parola di Dio! Siamo certi che alla Facoltà di Teologia Valdese di Roma non manchino di tali teologi, poco impressionati dal fatto che Gesù stesso attribuisca chiaramente il Pentateuco a Mosè (Marco 12:24 e parecchi altri).

Tralasciamo il fatto, per loro trascurabile, che hanno sottoscritto solennemente una confessione di fede che definisce la Scrittura, tutta la Scrittura, incluso Deuteronomio 30 e Marco 12, “divina e canonica”, cosa poco compatibile con imbrogli e falsità. Ma ricordiamo a tali cervelloni, che questa descrizione ha poco a che fare con il ritorno da Babilonia, che è un solo paese, e non avrebbe senso parlare di “tutti i popoli”, né di “estremità del cielo” per il paese non così lontano, da dove peraltro veniva Abramo. Mentre è impressionante per come si attaglia a quanto è avvenuto nel secolo scorso.

Peccato che la chiesa, definita in un celebre libro con questo titolo “Israël del Alpes”, negli ultimi anni non perda occasione per dare addosso a quel popolo d’Israele che, dopo millenni di indicibili sofferenze, è tornato nella sua terra.

Ad esempio, nell’elenco degli interventi dell’8 per mille, per ciascuno è indicato il “paese” dove l’intervento viene effettuato. Si tratta sempre di stati sovrani con le sole significative eccezioni seguenti. In alcuni casi è indicato “Palestina” che non ha, neppure all’ONU, lo status di stato sovrano, ma fin qui è comprensibile, poiché è da tutti riconosciuta l’amministrazione palestinese su determinati territori. In alcuni altri casi è indicato “ANP”, e “Gaza”. È noto che le laceranti divisioni tra palestinesi fanno sì che Gaza sia di fatto del tutto autonoma rispetto agli altri territori amministrati da palestinesi, ma sfugge la differenza tra “ANP” e “Palestina”. La cosa più sorprendente è che per due interventi non è indicato “Israele”, ma “Galilea”! Forse perché gli interventi sono destinati a donne arabe palestinesi, e gli estremisti palestinesi non riconoscono la sovranità di Israele su neppure un centimetro della loro terra? Chissà? Di sicuro la Onlus destinataria del finanziamento non evita in nessun modo di dire che è nello stato di Israele tanto che il suo sito e le etichette della sua produzione alimentare sono anche in lingua ebraica.

Sta di fatto che gli Ebrei – adempiendo Deuteronomio 30 – sono tornati anche in Galilea, che fa parte dello Stato di Israele.

1 commento

Rispondi a Luca Zacchi Annulla risposta

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*