Il numero 2 dei vescovi italiani falsifica (o non conosce) la Bibbia – Che significa per noi veri Valdesi

Nella solenne occasione della Giornata Mondale della Gioventù organizzata a Cracovia dalla Chiesa Cattolica Romana monsignor Nunzio Galantino, 67enne segretario della Conferenza Episcopale Italiana, ha affermato che “la sua (cioè di Abramo) preghiera di intercessione e la sua voglia di osare salvano Sodoma. La città è salva perché ci sono i giusti, anche se pochi; ma la città è salva

Monsignor Galantino e il ministro dell’istruzione Stefania Giannini

soprattutto perché c’è Abramo, uomo di preghiera, che non fa da accusatore implacabile, non parla contro ma parla a favore”. Lo riporta il quotidiano della stessa conferenza episcopale, Avvenire, in un articolo dove non si batte ciglio sull’incredibile strafalcione del prelato. Molti hanno parlato di ignoranza di Galantino, ma su questo abbiamo più di un dubbio.

La distruzione di Sodoma è menzionata in diciannove diversi capitoli della Bibbia, tra cui Genesi, naturalmente, Deuteronomio, Isaia e Geremia. Otto di questi capitoli sono nel Nuovo Testamento: i vangeli di Matteo, Marco e Luca, la lettera a Romani, la seconda lettera di Giuda e l’Apocalisse. È pensabile che monsignor Galantino se li sia dimenticati tutti? Si può essere ironici fin che si vuole sull’ignoranza di tanti cattolici, ma riesce difficile pensare che un uomo come lui, non solo laureato in teologia com’è obbligo di ogni sacerdote cattolico, ma anche per una ventina d’anni docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, (lasciamo stare i tanti libri scritti, attività che spesso ruba il tempo di leggere l’essenziale) sia così apertamente sprovveduto su uno dei passi più noti della Scrittura, riprodotto persino nei film come appunto La Bibbia? Molto più probabile la “pia” menzogna, per qualche fine ritenuto così importante da indurre a un fatto abominevole come lo stravolgimento della Parola di Dio, secondo il celebre principio del “fine che giustifica i mezzi”. Principio che i gesuiti hanno ampiamente praticato, ma con tale “machiavellismo” da attribuirlo falsamente, appunto, a Niccolò Machiavelli.

E quale sarebbe il fine così importante dello stravolgere la Bibbia e prendere per fessi milioni di fedeli che oggi l’hanno a portata di clic sul loro telefonino? E non c’è neppure bisogno di addentrarsi nel vasto testo biblico visto che Wikipedia scrive che la città fu distrutta già alla terza riga della voce ad essa dedicata. Un interrogativo cui è difficile rispondere e che è comunque inquietante.

Ecco come la rivista ‘Elle’ dà la notizia della ‘benedizione’ nel termpio di Palermo

Quel che è certo è che noi Valdesi avremmo l’autorità e il prestigio storico per contrapporci a una tale deriva, visto che da almeno otto secoli (noi pensiamo almeno dodici o più) ci atteniamo alla Scrittura e non a qualsivoglia gerarchia, e ciò a gran prezzo di sangue, discriminazioni e persecuzioni.

Purtroppo la chiesa “valdese” ufficiale fa oggi – se possibile – di peggio e anche proprio su quel passo biblico. Si pubblicano libri dove Dio è definito “fascista”, in cui gli abitanti di Sodoma sono modelli di accoglienza, la moglie di Lot è unica meritevole in famiglia perché “si volge pensando alle vicine di casa” e si ribella al “divino percepito come fascista”. Si scrive che Genesi 19 è una dimostrazione della omofobia della Bibbia nel momento di cui si caldeggia l’approvazione del ddl Scalfarotto che punisce l’omofobia con il carcere. Si incoraggia una “Bibbia” che fa passare il peccato dei sodomiti per un problema di mancato consenso degli angeli, ché altrimenti andava benissimo, interpretazione spesso sostenuto da vari “teologi”. E tali concetti vengono ampiamente messi pratica!

Ecco perché, per quanto piccola, emarginata, censurata anche in senso ufficiale dal Sinodo stesso, è importante la presenza di Sentieri Antichi Valdesi, che anche in questo agosto 2016, si ritrova affinché la sua umile fiammella inveri il motto secolare valdese “LUX LUCET IN TENEBRIS”.

Leonista  

 

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