Il cuore della Riforma: la Bibbia

Nel 1988 un docente universitario valdese, che amava le provocazioni intellettuali,  parallelamente a una sobrietà molto calvinista, ironizzando sulle celebrazioni

Lutero a Worms

previste per l’anno seguente in occasione del trecentesimo anniversario del Glorioso Rimpatrio, a suo parere troppo appariscenti e povere di sostanza, parlava del “Carnevale del Rimpatrio”.

La frase mi viene in mente in occasione delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma. Io, che ho una sensibilità diversa da quel docente, non le ritengo troppo appariscenti. Ma troppo povere del vero contenuto sì!

Le chiese protestanti “storiche” avrebbero buon titolo per rivendicare i meriti di Lutero, che persino la Chiesa Cattolica Romana gli sta riconoscendo. Ce l’avrebbero, sì, se – come Martin Lutero, come gli apostoli di Atti 5:29, come i Valdesi dei secoli passati – scegliessero di “obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”.

Ma la scelta è proprio quella opposta. I valdesi istituzionali e tanti altri sedicenti protestanti sposano le più estreme (e infondate) teorie sull’Antico Testamento, quelle che lo ritengono – in sostanza – una grande frode, inventata per scopi di propaganda politica allo scopo di illudere le tribù di Israele di essere una nazione. Già diverse volte ne abbiamo accennato e presto ne scriveremo ancora. Quanto al Nuovo Testamento, che ne rimane, dato che è il compimento di quanto avviene nell’Antico e dato che non si vuole credere ai miracoli e comunque lo si ritiene in generale inattendibile?

Che senso ha, per chi la pensa così, rendere omaggio a Lutero, il cui principio principale era SOLA SCRIPTURA, cioè fondarsi sulla Bibbia e non su altro per quanto riguarda le verità di fede? Infatti, abbiamo già citato qui la definizione di ‘Sola Scriptura’ recentemente data da una delle massime autorità teologiche delle chiese “storiche”, il prof. Daniele Garrone: “il modo che noi abbiamo per fare i conti con una parola altra, cioè quello che io penso, dico credo di Dio non me lo trovo dentro, non voglio che sia semplicemente il prolungamento della mia coscienza, ma lo sviluppo come ermeneutica di un discorso che mi è rivolto.”

Per ricordare il coraggio e la fede di Martin Lutero penso che la cosa migliore sia riportare la parte finale del suo discorso alla Dieta di Worms il 18 aprile 1521, quello che, più ancora delle 95 tesi affisse a Wittenberg il 31 ottobre 1517, segna l’inizio della Riforma:

«A meno che non venga convinto da testimonianze delle scritture e da ragioni evidenti — poiché non confido né nel Papa, né nel solo Concilio, poiché è certo che essi hanno spesso errato e contraddetto loro stessi — sono tenuto saldo dalle scritture da me addotte, e la mia coscienza è prigioniera dalla parola di Dio, ed io non posso né voglio revocare alcunché, vedendo che non è sicuro o giusto agire contro la coscienza. Dio mi aiuti. Amen.»

Leonista

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