FEDE… NEL RISCALDAMENTO GLOBALE (2a parte)

Su Riforma, una pastora ammonisce: dobbiamo interpretare la Bibbia in modo che non ci si possa far beffe del riscaldamento globale

Dicevamo che, a differenza dell’articolo della teologa Muriel Schmid che risponde ad argomentazioni scientifiche con recenti prese di posizione di chiese e vescovi, coloro che accusavano Galileo Galilei gli opponevano almeno passi biblici, anche se letti male. Vale infatti la pena di ricordare che il famoso passo di Giosuè 10 non contrasta con la teoria copernicana, anzi, in qualche modo la conferma perché per dare più tempo al popolo d’Israele di conseguire la vittoria in battaglia, non solo “si fermò il Sole”, ma anche “la Luna restò immobile”. Poiché il movimento apparente della Luna non ha alcuna influenza sulla durata della luce del giorno, il fatto che, oltre al Sole, anch’essa si sia fermata conferma che chi ha scritto – oltre a chi ha ispirato – quel passo biblico era in consapevole del fatto che in realtà è il movimento della Terra a determinare la durata del giorno, infatti – per arrestare il moto apparente del Sole prolungando la durata del giorno – è la Terra che deve “fermarsi”, e se lo fa cessa anche il moto apparente della Luna.

Secondo la Schmid, proclami di chiese e vescovi sono dunque più che sufficienti a superare le obiezioni  del professor Rittaud – tutte fattuali e scientifiche – al dogma del riscaldamento globale causato dalle attività umane: da 15 anni la temperatura globale del nostro pianeta non aumenta, il preteso riscaldamento globale si limita all’emisfero Nord, a dispetto delle previsioni del Giec la banchisa polare anziché essere sparita supera i 5 milioni di chilometri quadrati, l’anno più caldo resta a tutt’oggi il 2003, la reale velocità dell’aumento del livello dei mari è totalmente incompatibile con le previsioni del Giec, e così via. A questi argomenti Muriel Schmid risponde con il parere della federazione delle chiese svizzere e quello dei vescovi elvetici!

Ancora più incredibile, la Schmid, che – ricordiamo con imbarazzo – ha svolto anche funzioni di pastore in Svizzera, Francia e Stati Uniti, attribuisce a Rittaud di paragonare il racconto del diluvio contenuto nella Genesi con il rapporto Giec allo scopo di screditare il rapporto Giec, ritenendo in partenza inattendibile la Genesi! In realtà Rittaud si limita a riportare il passo biblico sul diluvio per poi chiedersi se il diluvio “tornerà a verificarsi”, con una ironia tutta riservata non alla Bibbia ma ai catastrofisti del Giec. È la teologa nonché pastora a interpretare la cosa come un’aperta sfiducia nell’attendibilità della Bibbia. Mi pare, anzi, che il gioco di Rittaud sia sottile e divertente: far notare agli ecologisti dogmatici, di solito atei materialisti che pretendono di parlare in nome “della Scienza”, quanto simili siano i loro toni a quelli dei più arcigni predicatori millenaristi.

La Schmid, a parte le dichiarazioni di dignitari ecclesiastici, usa anche un altro “argomento”: il fatto che “le chiese cristiane più importanti degli Usa appartengono all’ala politica conservatrice, quella che appunto nega i cambiamenti relativi al riscaldamento climatico. Per loro, anche se il diluvio è lungi dall’essere un mito… la minaccia del diluvio… è il frutto diretto della perdita dei valori morali cristiani…”. Dopo aver detto questo, la Schmid neppure prova a rispondere a quelle argomentazioni, né quelle scientifiche, né quelle politiche, né quelle bibliche. La “ala politica conservatrice” che nega la teoria del riscaldamento climatico, lo fa anche sulla base di un documento firmato da 700 scienziati di tutto il mondo. Poca cosa, per lei, rispetto ai vescovi svizzeri!

È importante capire se davvero le attività umane sono responsabili di cambiamenti climatici specie se questi dovessero essere catastrofici, una questione che in ogni caso ha grandi riflessi sul nostro futuro: se è vero occorre prendere provvedimenti adeguati, se non è vero occorre evitare di investire risorse immense sottraendole alle altre necessità. Ma in questo sito ci interessa di più capire l’approccio alla Bibbia di certi teologi e pastori, che è francamente desolante, e ben sintetizzato da un ulteriore frase di Muriel Schmid: “Non c’è dubbio che la nostra interpretazione del testo biblico sia più che mai importante. A noi tocca farcene seriamente carico per evitare che esso venga preso in ostaggio da scienziati che si fanno beffe del riscaldamento del pianeta.”

Ecco la mentalità clericale e bigotta comune a tanti “teologi” simili alla Schmid! Clericale perché si vede chiaramente la concezione proprietaria della Bibbia: “la Bibbia è nostra e la interpretiamo come ci pare, e non si azzardi nessuno a interpretarla a modo suo o, peggio, a prenderla sul serio così com’è!” Esattamente ciò che sosteneva il clero cattolico contro Valdo, contro Lutero e gli altri riformatori: “il volgo non può leggere la Bibbia e capirla, solo noi possiamo!” Ed è anche una mentalità bigotta perché non tollera che si metta minimamente in dubbio determinate verità assolute, non però quelle desumibili dalle Scritture, ma i dogmi dell’ideologia alla moda, tra i quali primeggia il riscaldamento del pianeta, del quale non ci si può “far beffe”. Mentre della Bibbia ci si possono fare tutte le beffe che si vogliono, naturalmente!

Forte di queste dogmatiche certezze la teologa del riscaldamento globale, intima che “la voce delle chiese deve farsi sentire”, non certo per annunciare l’evangelo di Gesù Cristo, ma “sui cambiamenti climatici”. Per questo – peccatori pentitevi ! – a metà febbraio ci sarà “la giornata nazionale della predica sul cambiamento climatico”. Non stiamo scherzando: è proprio il finale del memorabile pezzo di Muriel Schmid. Poiché a metà febbraio, il 16/17 per la precisione, c’è anche la festa valdese per ricordare la concessione di alcuni diritti civili nel 1848, c’è da temere che – se non prevarranno temi politici di carattere localistico, come l’anno scorso – sarà dedicata alla “predica sul clima”. Tenendo presente che secondo i dogmi del riscaldamento globale occorre limitare al massimo le emissioni di anidride carbonica, che i tradizionali falò del 17 febbraio sprigionano in grande quantità. Dovremo abolirli?

3 commenti

  1. Questa polemica sul riscaldamento globale non la capisco. Che gli umani con le loro attività dall’accendere un falò fino alle ciminiere industriali riscaldino la terra e inquinino è indubbio.
    Perchè si interrogano le Scritture, ci si appella alla religione?
    E chi sono i fondamentalisti, i letteralisti, quelli che sostengono che c’è il riscaldamento o quelli che lo negano?

  2. Divertentissima, azzeccatissima (e devastante) critica alla Shmidt. Visto che a pubblicare quella cose è Riforma, perché non mandarla anche alla redazione?

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