“A proposito della 4a meditazione di Paolo Ribet su famiglia, matrimonio e omosessualità” (2° parte)

di Nino Altavilla

In realtà, Paolo Ribet, partendo da una lunga disquisizione sul matrimonio, in particolare sul problema dei matrimoni misti che l’apostolo Paolo dovette affrontare a Corinto, arriva anche ad affermare che l’apostolo, “nonostante il chiaro insegnamento del Signore”, fu costretto ad approvare il divorzio, argomento questo che servirà in seguito, alla fine della meditazione, come strumento dialettico per una sorta di apertura ecclesiale verso le coppie omosessuali, francamente non condivisibile, riferendosi nello specifico a Matteo 19: “3 Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?» 4 Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femminae che disse: 5 “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne“? 6 Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi». 7 Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?» 8 Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così. 9 Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio».

Questi riferimenti biblici, queste argomentazioni, che tendono ad interpretare la Scrittura soltanto per ‘tutelare’ molti credenti le cui posizioni sono in conflitto con la Parola di Dio, mi sembrano una esasperata forzatura.

Infatti la replica ai farisei da parte di Gesù è chiara. Mosè non ‘comandò’, cioè non rilasciò un comandamento, bensì una concessione poiché si lamentava del popolo israelita dicendo che il loro collo si era indurito. Insomma una norma che tendesse a limitare gli eccessi, ma che non avrebbe mai cancellato quanto espresso in modo chiaro dal Signore. Deuteronomio 24: “1 Quando un uomo sposa una donna che poi non vuole più, perché ha scoperto qualcosa di indecente a suo riguardo, le scriva un atto di ripudio, glielo metta in mano e la mandi via. 

Concludendo, penso che guardare ad una moltitudine di credenti, ad un mondo in continua evoluzione (ma di involuzione si dovrebbe parlare) sia dal punto di vista sociale che spirituale, e porre attenzione alle diverse problematiche sin qui affrontate, non dovrebbe consentire a nessuna istituzione ecclesiale cristiana di sovvertire i fondamenti della Parola di Dio. Al riguardo possiamo citare la Dichiarazione sull’inerranza biblica di Chicago (1978), approvata da oltre trecento studiosi cristiani:

“Articolo 1:

Noi affermiamo che le Sacre Scritture debbano essere ricevute come autorevole Parola di Dio. Noi neghiamo che le Scritture derivino la loro autorità dalla Chiesa, dalla tradizione, o da qualsiasi altra fonte umana.”

 

Ovviamente, di questa importante dichiarazione la Chiesa Valdese non si è mai interessata, né i suoi organi di informazione ne hanno parlato. 

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