Dove l’albero cade là rimane – Ecclesiaste 11

“Se un albero cade verso sud o verso nord, dove cade, là rimane” (Ecclesiaste 11:3).

“La luce è dolce, ed è cosa piacevole agli occhi vedere il sole. Se dunque un uomo vive molti anni, si rallegri tutti questi anni e pensi ai giorni delle tenebre che saranno molti; tutto quello che avverrà è vanità” (Ecclesiaste 11:7,8).

In questi giorni di fine ottobre una marea di gente procede verso i cimiteri con vasi di crisantemi dalle belle forme arrotondate; la processione si dirige verso le tombe dei morti per far fiorire il ricordo nel luogo dei defunti. Questo non è stato tramandato dagli antichi valdesi che si sarebbero scandalizzati “di brutto” di fronte al “culto dei morti”, vale a dire: “il servizio reso ai morti”.

Alcuni anziani valdesi sanno che ci fu scandalo quando si incominciarono a portare le bare nei templi per le cerimonie funebri… figuriamoci se vedessero i loro nipoti dirigere i passi verso i negozi dei fioristi, incrementando il consumismo, per poi adornare le tombe.

Cosa direbbero di tutto questo i nostri padri, che ai funerali non pronunciavano parola? Non si udiva un sermone, non una preghiera, perché con la morte, per loro, finiva tutto. Le prediche non servivano più, e nemmeno le preghiere, che, infatti, in queste occasioni,  diventano rischiosi “cuscini” religiosi che calmano la coscienza di chi rimane, perché si è stati attenti a fare tutto bene e secondo le richieste della buona prassi e il buon costume della tradizione.

E così i morti continuano a seppellire i loro morti (Luca 9:60), usando nei loro confronti una sorta di riverenza che dura nel tempo, ma che con il passar del tempo scivola spesso in un’esteriorità di apparenza per non rischiare di essere criticati nel lasciar le tombe dei propri cari invase dalle erbacce.

Le tante parole ai funerali e le promesse di vita eterna per tutti con mille fiori colorati interrompono il silenzio, impediscono il messaggio del silenzio della morte, che è giustizia per tutti uguale, perché: “Tutto succede ugualmente a tutti; la medesima sorte attende il giusto e l’empio, il buono e il puro e l’impuro, chi offre sacrifici e chi non li offre” (Ecclesiaste 9:2).

Se sei sotto terra non acquisti maggior dignità se costruiscono sul tuo corpo in decomposizione mausolei di prezioso marmo, perché lì sotto son tutti uguali.

Utile è dunque stare in silenzio e riflettere, come l’Ecclesiaste, sui giorni delle tenebre che saranno molti.

Dove l’albero cade lì rimane: se sei un morto che seppellisci i morti, quando cadrai rimarrai morto.

Daniela

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