Le Chiese battiste italiane sulle benedizioni gay: “BLASFEMA AZIONE LITURGICA. PLAUDIAMO AI DISSIDENTI, CHE SANNO GUARDARE ALLE PROPRIE RADICI”

Cbitaly_logoComunicato ufficiale delle “Chiese Battiste Italiane” (www.cbitaly.org) in relazione alla celebrazione in una Chiesa Valdese di un “matrimonio” di una coppia omosessuale

Come Battisti Italiani che si richiamano alla fede Apostolica, ricevuta “… una volta per sempre”, esprimiamo tutto il nostro dissenso in merito a quella che riteniamo una “parodia del matrimonio”, attuata attraverso la “benedizione” di una coppia omosessuale, che si è svolta in forma cerimoniale e dando fiato alle trombe in una Chiesa Valdese di Milano, di cui è “pastora” la Sig.ra Anne Zell.

Il totale dissenso è conseguente ad una profonda amarezza nel constatare lo svilimento del messaggio Evangelico, amarezza per una blasfema azione liturgica del peccato fine a se stesso, espressa in quella che è la “benedizione” di una coppia omosessuale, che è la conseguenza logica di una trentennale antibiblica elaborazione teologica tesa a legittimare una concezione antropologica dell’uomo con particolari tendenze sessuali “naturali” verso il proprio sesso, senza che tale unione venga considerata peccaminosa ed offensiva del progetto di Dio (l’uomo che si erge a giudice della legge di Dio!) Questo porta ad inevitabili e nefande ripercussioni etiche che tali unioni “benedette” hanno nell’incidere nel pensiero sociale, mostrando un falso senso “cristiano”, con gravi danni alla vera testimonianza evangelica della grazia a caro prezzo. Costoro stanno svendendo la grazia a un prezzo stracciato con la filosofia dell’accoglienza indiscriminata del peccato, di qualunque natura esso sia.

Mentre plaudiamo ai dissidenti che con coraggio portano avanti le loro istanze contro questi comportamenti, e a cui va tutto il nostro appoggio, non possiamo non prendere atto che una buona parte dei Valdesi, soprattutto la leadership, pesa la grave (ir)responsabilità morale e teologica di avere presentato all’opinione pubblica un vangelo diverso da quello predicato sin dagli albori del Cristianesimo apostolico (Gal. 1, 6-7). Essi hanno adulterato il messaggio evangelico della liberazione dei peccati (compreso quello della pratica omosessuale).

La leadership valdese con i suoi decani, i suoi teologi , i suoi professori, i suoi pastori e suoi diaconi e i suoi anziani stanno annunciando alla società italiana un altro evangelo, un falso evangelo, illudendo la gente attraverso la promulgazione di una falsa grazia e mortificando la storia illustre dei loro predecessori, che hanno sofferto e dato la vita per l’unico, vero evangelo che libera.

Costoro dichiarano, arditamente, che la loro posizione è molto vicina a quella che Gesù plasticamente descrisse con l’allegoria del fico seccato in Marco 11, 12-19. Come allora Gesù, constatando la sterilità e l’infruttuosità di Israele rappresentata dal fico sterile e dal tempio, trasformato come luogo di compra-vendita, senza che vi fosse un minimo di sensibilità spirituale interiore (abbondante era invece la professione religiosa esteriore), così adesso Gesù li lascerà nel loro stato di infruttuosità spirituale per il loro persistente e inamovibile attaccamento a dottrine e insegnamenti che non sono in linea con il Cristianesimo delle origini e a quella che l’Apostolo Paolo dolorosamente rivolse a coloro che con il falso evangelo turbavano la Chiesa di Corinto: “Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste di Angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia : la loro fine sarà secondo le loro opere”. (II Cor. 11, 13-15).

Trovando speranza in tutti quei Valdesi che sanno guardare alle loro radici e alla sana dottrina , come “Chiese Battiste Italiane” ci auspichiamo che i vertici della chiesa valdese rielaborino una antropologia rigorosamente biblica e una soteriologia in cui viene accentuato l’orrore del peccato (anche quello omosessuale) e la gioiosa liberazione da esso con una sequela di Cristo senza condizione, attraverso cui il discepolo di Gesù esprime una assoluta gratitudine al Signore che ha dato tutto se stesso perché l’uomo in Cristo avesse vita e fosse veramente libero.

Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 31-32)

E la verità è Gesù Cristo.

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