A che serve un pastore sociologo?

Ho seguito YouTube l’intervento da parte del pastore (non c’è il nome né l’indicazione del video cui ci si riferisce – n.d.r.) sulla decisione del Sinodo di benedire le coppie omosessuali e sui nuovi tipi di famiglia, che secondo il pastore la chiesa dovrebbe prima o dopo arrivare a riconoscere. Semplicemente – a mio parere – patetico, incoerente e disonesto l’intervento fornito, che invito chiunque a vedere.

Il pastore fa delle lunghe considerazioni di carattere sociologico sicuramente discutibili, e comunque elaborate senza un minimo di riflessione teologica, senza fare alcun riferiremo alla Bibbia e al cristianesimo in generarle. Si limita all’utilizzo della parola “chiesa” come se fosse un semplice partito o un associazione politica di discussione e di compromessi. La sintesi del pastore è che la società sarebbe cambiata in modo drastico (come se le nuove realtà dovessero dettare legge e fare la norma). A parere del pastore, molto dei documenti di studio teologico sulla famiglia redatti nel passato dovrebbe essere modificato. E ciò ha la sua logica, visto che – a quanto sembra – secondo lui si dovrebbero trasformare in documenti sociologici. In conclusione, secondo il pastore è la chiesa che deve adattarsi alle nuove realtà, indipendentemente dal fatto che possano essere espressioni di decadenza e non.

Naturalmente, per il pastore il concetto di decadenza non esiste, ma solo realtà diverse che debbono non solo essere conosciute ma anche riconosciute. In altre parole, la Bibbia non è parola di Dio infallibile, ma un semplice racconto di realtà passate, e pertanto deve essere riletta e interpretata con la massima libertà per adattarla alle deviazioni che si trovano nella società.

Caro Pastore, grazie per tutte queste considerazioni. Ma, personalmente, tutto questo da lei non mi interessa dal momento che, per simili riflessioni, posso consultare qualsiasi sociologo. Da lei avrei voluto una seria ed onesta lettura ed esegesi biblica indipendente da ogni possibile deviazione decadenza sociale con delle conclusione provenienti dal Dio cristiano di verità, saggezza e onesta a cui credo e non dal Dio di confusione e di incertezza che mi sembra lei coma altri abbia voluto creare e plasmare a suo piacimento dal testo biblico. Non è il caso di essere onesti con se stessi, con gli altri ed in particolare modo nei confronti di chi cerca onestamente la verità, e pensare forse ad una diversa professione lasciando spazio a chi seriamente vuole e sa esserre ministro di culto?

Chiedo scusa per la durezza ma ritengo l’onestà debba prevalere su possibili interminabili linguaggi diplomatici, spesso utilizzati nella chiesa Valdese, che rischiano solo di portare confusione e fare perdere tempo non avendo spesso alcuna sostanza.

Io non ho tempo ed energia per tutto questo. Non so voi.

Alessio Costa

 

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